venerdì 27 gennaio 2012

Crisi e politica divise da un abisso. Ovvero: vai pure, Castelli!


La distanza tra la politica e la gente comune non è certo una novità. Che questa distanza stia diventando un abisso è solo la logica conseguenza della cecità della nostra classe dirigente.  
Fa però una certa impressione constatarlo direttamente, quando entrano in contatto politici e cittadini disperati. Fa impressione perchè si percepisce l'assoluta incapacità di ascoltare umilmente la disperazione della gente, mettendo a freno la vis polemica della partigianeria partitica. Fa male al cuore constatare l'immane ignoranza dei problemi economici delle aziende e dei lavoratori. E fa male vedere e sentire l'arroganza di chi, lautissimamente pagato dai cittadini, rifiuta di sentirne ed accettarne le ragioni e gli sfoghi.




Quello che conforta è lo scatto di orgoglio e dignità che stanno facendo i più disperati. Questa gente è stanca di essere presa in giro, ed ormai non si fa remore nel mandare al diavolo un Castelli qualunque. Ormai la deferenza ed il timore reverenziale verso la Casta è archiviato. 
Chi sta perdendo tutto non ci sta ad ascoltare la saccenza dei privilegiati che pontificano sulla loro pelle; e si incazza, si sfoga. Nessuno finga di scandalizzarsi per i toni: da un 50enne che perde il lavoro, con i figli a loro volta senza lavoro, e soprattutto senza futuro, cosa ci aspettiamo? 

Castelli non è peggiore nè migliore di altri suoi colleghi: è lo specchio della deriva autoreferenziale e lunare della classe dirigente politica italiana. Certo, non tutti sono così arroganti da alzarsi e lasciare lo studio come l'ex ministro leghista. Ma Letta, che invece ha mantenuto i nervi saldi, non ha fatto una figura migliore quando ha rivendicato evanescenti provvedimenti a favore degli autotrasportatori.

La verità è che chi vive di politica da sempre, e non ha mai sperimentato concretamente cosa significhi mantenere un'azienda o vivere da comune lavoratore a poco più di 1.000€ al mese, non può capire quello che sta succedendo. Sono fuori dal mondo reale, senza se e senza ma.
La loro inadeguatezza è stata sublimata dall'avvento del governo Monti: la tecnocrazia che si fa beffe della sovranità democratica...

Allora mi viene da chiudere con un invito che è allo stesso tempo un auspicio: la prossima volta che un politico abbandona il confronto con un cittadino alzandosi dalla sedia, faccia lo stesso con lo scranno parlamentare. Dopo la stretta di mano al conduttore troverebbe noi a ringraziarlo sentitamente, magari anche con una pacca sulle spalle.

Stay tuned


2 commenti:

  1. Condivido parola per parola. Cari politici, se non vi stanno bene le cazziate della gente perbene, allora andatevene a casa a lavorare!

    MikeM

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  2. L'arroganza di questi politicastri non ha mai avuto un freno, da quando si sono insigniti l'aggettivo on. davanti al loro cognome. Molti di loro dovrebbero vergognarsi a proporsi come onorevoli perchè non lo sono affatto degni di onore. Si vogliono distinguere ad ogni costo, guai toccarli questi debosciati buoni a nulla,si offendono perchè sono convinti che hanno ragione loro.Per quanto tempo ancora dobbiamo sacrificarci e morire di stenti per far vivere bene loro? Che partita è questa? Vincono sempre chi fa di meno?

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