lunedì 23 gennaio 2012

La crisi tra i "forconi" e la politica: intervista a Pino Aprile


  La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata dalle proteste in Sicilia. Il Movimento dei forconi ha quasi  paralizzato un'intera regione, riuscendo nello stesso tempo a generare solidarietà intorno alle proprie rivendicazioni.
  La copertura mediatica della protesta degli agricoltori e degli autotrasportatori siciliani è stata scarsa, ma ha comunque registrato un crescendo continuo. E questo crescendo è stato scandito più che altro da una serie di insinuazioni ed illazioni sul movimento.   Si è parlato così di infiltrazioni mafiose, di deriva neofascista, di prezzolamenti vari

  Come al solito, la disperazione e la sofferenza delle famiglie che stanno dietro alle 50.000 aziende agricole (su 200.000) che hanno chiuso negli ultimi 3 anni, sono state tolte dalla discussione. Fanno decisamente più notizia le code ai distributori e gli scaffali di frutta e verdura vuoti. E la mafia, che non si capisce perchè, ne sarebbe compiaciuta.

  Sarò stato distratto, ma non ho sentito la politica interrogarsi e prendere posizione su quello che abbiamo visto nel "sud del sud". Ma questo forse fa parte della naturale distorsione dell'agenda politica italiana.

  Intanto, notizia di oggi, il virus di cui vi parlavo qualche giorno fa inizia a diffondersi ed a manifestare i suoi sintomi in tutta Italia. Le facce, le storie, sono le stesse: gente comune che grida la propria sofferenza.

Sabato sera ho assistito ad un incontro con il giornalista-scrittore Pino Aprile, in cui veniva presentato il suo ultimo libro, "Giù al Sud". Aprile conosce bene il sostrato da cui è nata la protesta siciliana, ed è un testimone privilegiato del disagio meridionale.
  Non è stata la prima occasione in cui ho avuto modo di ascoltarlo. Nonostante ciò sono rimasto ugualmente affascinato dalla "passione composta" di quest'uomo; una persona capace farsi strada nella mente di chi lo legge ed ascolta senza mai alzare i toni; e capace di farsi apprezzare anche quando alcune sue posizioni non sono perfettamente condivisibili (dal sottoscritto, ovviamente).

  A margine della presentazione si è reso disponibile a rispondere a qualche domanda. Vale la pena di ascoltarlo.




Stay tuned 

2 commenti:

  1. è davvero disgustoso come ampi strati della sinistra (le eccezioni sono ridicole in senso di numeri) come sia appiattita con il governo dei dittatori, compresi quei cittadini non politici che alla sinistra di lotta e di popolo si rifanno, dei fiancheggiatori con i fiocchi solo perché loro non sono "operai" istigano alla lotta di INTER classe non con i padroni, con i quali sono totalmente solidali, si nota questo quando soprattutto nella base di sinistra fanno commentini "eh a quest'ora se erano studenti ed operai avrebbero mandato la celere" oppure "sono corporazioni" etc ed intanto non si accorgono che stanno cancellando l'art 18 e la Cig, che direbbero se i trasportatori e tassisti dicessero che sono contenti perché rappresentano interessi corportativi?!?!!?
    Ma come si può arrivare a difendere il padrone contro un'altra classe massacrata? FIno a quel punto si nutrono di odio per chi non è come loro alla faccia della discriminazione e dell'intolleranza che imputano a leghisti e tutti coloro non collocabili a sinistra.....

    Ps ottimo articolo Peppe!

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  2. Con la mia proverbiale intempestività...grazie Barbara!

    Riguardo alla sinistra, piuttosto che la destra, ovvero il centro...lascia perdere, sono ormai pure e semplici indicazioni di direzione.
    Per il resto hai ragione.

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