mercoledì 26 ottobre 2011

La crisi e la metafora degli asini

La crisi economica si è impossessata dell'informazione.Era ora.
Le tonnellate di parole usate per fatti di cronaca,di polemiche di bottega politica e ,anche,di avventure erotiche giovanili di una bella soubrette argentina immortalate e diffuse in rete,sembravano descrivere le vicende di una dimensione parallela a quella in cui viviamo.
Dimensione che è invece molto più sensibile ed influenzata dal corso degli eventi che riguardano gli sviluppi della crisi economico-finanziaria.


Per la verità il modo in cui le problematiche della crisi vengono esposte non è che aiuti molto la comprensione della situazione.Si stanno sprecando pseudo-analisi complesse,incomprensibili ed inutili;ma soprattutto incapaci di chiarire un minimo le idee a chi di economia e finanza non mastica molto.

In fondo,dietro alla complessità di astrusi meccanismi finanziari,alchimie monetarie,diavolerie algoritmiche che hanno alterati gli scambi borsistici,c'è sempre una logica semplice che regola gli eventi:l'avidità e la frode.


Allora si può trovare il modo di raccontare come nasce e cresce il mostro(Tremonti copyright) che rischia di divorare il nostro futuro;o almeno la sua sicurezza economica.


In rete ho trovato una piccola storiella,che in modo molto semplice disegna in via allegorica il percorso che ci ha portato allo stato attuale.In particolare come il sistema bancario-finanziario hanno prima illuso e poi fregato i cittadini di mezzo mondo:


La crisi degli asini


Un uomo in giacca e cravatta è apparso un giorno in un villaggio.
In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino che gli sarebbe stato offerto.

I contadini erano effettivamente un po' sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli che accettarono tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una pasqua.
L'uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tante persone gli vendettero i propri animali.
Il giorno seguente, offrì 300 € a quelli che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio.
Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva e se ne andò dal villaggio.
Il giorno dopo, affidò al suo socio il gregge che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l'ordine di vendere le bestie 400 € l'una.
Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 €, la settimana successiva tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volte il prezzo al quale li avevano venduti e, per far ciò, si indebitarono con la banca.
Come era prevedibile, i due uomini d'affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e debiti fino a sopra i capelli. Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti. Il costo dell'asino era crollato. Gli animali furono sequestrati ed affittati ai loro precedenti proprietari dal banchiere.
Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune.
Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore).
Eppure quest'ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio ne quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti.
Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l'aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia.
Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità... Venne innalzata l'età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate. Dicevano che era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini.
Questa triste storia diventa più gustosa quando si scopre che il banchiere e i due truffatori sono fratelli e vivono insieme su un isola delle Bermuda, acquistata con il sudore della fronte. Noi li chiamiamo fratelli Mercato. Molto generosamente, hanno promesso di finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente.

Non vi ricorda niente?


Stay tuned

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