martedì 26 novembre 2013
I numeri italiani che l'Europa non vuol vedere
domenica 17 novembre 2013
Il terrorismo Espresso sulla Campania
Ci sono diversi modi di fare terrorismo. Il più classico è quello che si fa con la violenza; una violenza brutale per i danni, e subdola perché arriva di nascosto, a tradimento, senza nessun annuncio.
Più attuale è invece il terrorismo "mediatico". Rispetto al tradizionale, questo non fa uso di violenza fisica, ma attacca direttamente la mente dei bersagli, avvalendosi dell'informazione.
I risultati sono pressappoco gli stessi. A vantaggio del terrorismo mediatico va il fatto che i danni sono più persistenti nel tempo, impattano su un numero enormemente maggiore di uomini e si deposita nelle menti delle vittime.
L'introduzione era necessaria per affrontare la questione ampia dell'inquinamento in Campania. Bene o male tutti ormai sanno che nell'ultimo venticinquennio, il territorio campano è stato usato come un enorme sversatoio di rifiuti "speciali" e "tossici". Rifiuti per la stragrande maggioranza provenienti da aziende dell'Italia settentrionale, che affidavano alla Camorra il compito di smaltirli: risparmiando così enormemente.
mercoledì 13 novembre 2013
Deflazione. Se la conosci, la eviti
In Italia, diciamocelo, non ci siamo mai fatti mancare niente. Abbiamo sperimentato ogni sorta di situazione o problema possibile:
- siamo entrati in guerra da una parte e ne siamo usciti da un'altra
- Nel mezzo abbiamo avuto una guerra civile
- Dalla macerie abbiamo ricostruito una Nazione, portandola tra le prime 7
- Abbiamo sfiorato colpi di stato
- Vissuto una lunga stagione di terrorismo
- Convissuto con Mafie contigue allo Stato
- Abbiamo visto implodere la Dc ed evaporare il Pci
- Abbiamo avuto, ed abbiamo, Berlusconi in politica
- Abbiamo anche avuto a che fare con una fortissima inflazione
Quello che non abbiamo mai sperimentato è la deflazione. Ma sembra proprio che siamo sul punto di rimuovere questa lacuna... Ora, visto che si tratta di un fenomeno non molto conosciuto, è il caso di chiarire bene cosa sia.
La politica di distruzione europea
In un post di ieri abbiamo visto quali siano realmente il tipo di persone che indirizzano le scelte politiche, economiche e sociali; abbiamo visto chi sono e come si raggruppano.
Abbiamo capito che dispongono di una rete di collaboratori vastissima, e che hanno la capacità di selezionare e posizionare i loro uomini nei punti chiave. Hanno risorse ingentissime, e le usano per esercitare la loro pressione sul potere esecutivo di ogni Nazione.
Prendete i Commissari Europei. Vi risulta che vengano eletti in normali consultazioni elettorali? Avete l'impressione che vengano selezionati tecnici e cattedratici ai massimi livelli scientifici? O che determinati ruoli siano assegnati a politici di acclarata fama ed esposizione interna?
Niente di tutto ciò, ovviamente. I nostri massimi esponenti del Governo Europeo sono personaggi del calibro di Herman Van Rompuy ed Olli Rehn...Si tratta di gente che, fino alla loro ascesa in ambito europeo, stentava ad essere conosciuta perfino nei loro paesi d'origine.
martedì 12 novembre 2013
Prostituzione minorile e ipocrisia dei media.
Ormai non posso più accendere la tv senza imbattermi in una trasmissione che indaga, approfondisce, discute, il nuovo dramma italiano: la prostituzione minorile.
È all'incirca da quando sono bambino, e ben prima di capire cosa fosse il sesso, che so che esiste la prostituzione; e come ogni bambino ho imparato che quello della prostituta è "il mestiere più antico del mondo".
Come tutti, da ragazzo ho visto e sentito di ragazzine che a 13, 14 o 15 anni si affacciavano precocemente in relazioni e rapporti sessuali; con coetanei a volte, con ragazzi di qualche anno più grandi molto più spesso.
Sesso ed adolescenza non sono fenomeni l'uno estraneo all'altro. Ovviamente si dirà, "è la prostituzione che lascia sbigottiti". Io invece non riesco a meravigliarmi più di tanto.
Anzi, tutta questa attenzione, tutto questo allarme, tutto l'armamentario dialettico di scandalo e sdegno in tv e sui giornali, a me sa di ipocrisia; di quella più viscida.
Chi comanda (realmente) in Europa ed in Italia. Nomi e cognomi
domenica 10 novembre 2013
Alla Germania conviene un'Italia debole
«La ragione per cui in Europa esistono due pesi e due misure è semplice. L’Italia è una diretta concorrente della Germania sul piano industriale e quindi va penalizzata con l’austerity. La Spagna e altri paesi Ue al contrario sono debitori di Berlino e quindi non vanno troppo indeboliti o non riusciranno a pagare».
Lo sottolinea Alberto Bagnai, professore di Politica economica all'Università G. D’Annunzio di Pescara e autore del libro “Il tramonto dell’euro”. Gli italiani sono stati costretti a fare i salti mortali per pagare le tasse e fare rientrare il deficit al di sotto del 3% del Pil. Ad altri Stati come la Spagna, i Paesi Bassi e la Francia è stato invece consentito di derogare tranquillamente a quanto previsto nel trattato di Maastricht. Mentre la regola inclusa nei trattati secondo cui nessun Paese membro deve superare il 6% del surplus commerciale è violata da Germania, Lussemburgo e dalla stessa Olanda, senza che nessuno osi aprire una procedura d’infrazione.
venerdì 8 novembre 2013
Perchè conviene uscire dall'Euro
Sebbene oggi il clima di ostilità sull'argomento sia cambiato radicalmente, non è mai facile approcciare il discorso.
I pregiudizi e le gabbie mentali costruite nel tempo dalla propaganda pro-Euro sono comunque un discreto scoglio da affrontare.
Le paranoie sapientemente infilate nei cervelli degli italiani, che hanno sempre sentito spiegarsi che senza euro andremmo incontro a:
- super-inflazione
- esplosione atomica del debito pubblico
- mutui alle stelle
- implosione dell'economia
martedì 5 novembre 2013
Forza, vendete tutto! La carica privatizzatrice di Alesina&Giavazzi
Quando l'aria si fa brutta e pesante, quando i conti non tornano, il Corriere della Sera li chiama come se fossero l'A-Team. Loro sono l'A-G team, il mitico duo Alesina&Giavazzi.
Nel loro ultimo editoriale, i due economisti fanno sfoggio del loro miglior arsenale di armi anti crisi. Che poi si risolve essenzialmente nella aggressiva promozione del loro cannone al plasma: le privatizzazioni.