mercoledì 30 gennaio 2013

Contante Libero - L'evento


105 blog e oltre 11.500 firme raccolte...


L' (op)pressione fiscale italiana nell'iperspazio

Che la (op)pressione fiscale italiana abbia raggiunto l'iperspazio non è certo una novità. Ognuno di voi tocca con mano l'assoluta follia di questa situazione.
Si tratta di una situazione di compressione che accomuna sia gli imprenditori che i lavoratori; e trascina entrambe le categorie nel vortice della depressione economica. La situazione è talmente chiara e palese, che anche un bambino con buone capacità di "fare conto" può capirne la portata.

Nonostante ciò, la campagna elettorale in corso non sembra affrontare in maniera decisa lo "scoglio fiscale", al di là delle promesse di abolizione o ridimensionamento dell'Imu.

martedì 29 gennaio 2013

E lo spread? Dopo le elezioni...

*Noi cittadini "qualsiasi", per nulla esperti di esoteriche questioni finanziarie, avevamo capito così: se l'Italia va male, se la Borsa scende, se ci ritroviamo inguaiati col debito pubblico, se le nostre banche sono "sull'orlo del baratro", allora lo spread sale.

Avevamo capito che lo spread era il campanellino, pronto a suonare per avvisarci che bisognava mettere mano al portafoglio e tamponare qualche buco. Sale lo spread? "Riforme strutturali", tagli, tasse, governi nazi ecc.  

Adesso, però, il Monte dei Paschi rivela un buco miliardario ("Ma quali 14 miliardi?" Tuonava Profumo a Grillo. Infatti sono 17)

venerdì 25 gennaio 2013

Caso Mps e politica: un film già visto

E adesso ovunque, in tv - sui quotidiani -   nelle radio, la "hot news" è lei (o lui, se preferite): Monte dei Paschi di Siena

Solo che, a meno che io non sia particolarmente distratto (e potrebbe anche esserlo), la vicenda dei disastri gestionali della storica banca senese è stata buttata esclusivamente in politica; o per meglio dire, in caciara politica.
Quindi è tutto un rimpallo di accuse tra partiti sulla vicinanza al management di Mps, sull'influenza nel cda, sulla copertura di Mussari; e ancora, "quella è la vostra banca", "noi facciamo la politica e non i banchieri" e cosi via.

Ovviamente nel frastuono mediatico della campagna elettorale, dove a rincorrersi nell'informazione sono le battute e le pizzicate tra i leader, e mai (dico Mai) i programmi e le idee concrete..., al cittadino-elettore medio non si fa comprendere una beneamata mazza! Per l'ennesima volta. 

martedì 22 gennaio 2013

La crisi lontana dalla politica


La campagna elettorale sta entrando nel vivo, ma, com’era facile prevedere, visti gli attori in campo, i temi veri, quelli che afferiscono al futuro del paese ed alla sua capacità di vincere le sfide che ha davanti, rimangono inspiegabilmente sullo sfondo. 

E tra i temi veri, vale la pena ricordarlo, c’è quello che riguarda i nostri impegni con l’Unione Europea e le sue strutture tecnico-finanziarie. Insieme a quello, correlato, della compatibilità del nostro diritto al futuro con le scelte finora compiute sul terreno della costruzione dell’Europa monetaria

Nel luglio del 2012 il nostro Parlamento ha ratificato, in un clima che potremmo definire inerziale, due importanti trattati, quello sul Fiscal Compact e quello sul Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), di cui abbiamo parlato qui.

venerdì 18 gennaio 2013

I guai di Deutsche Bank

Una volta la Deutsche Bank era rispettata come pilastro dell’economia tedesca basata sull’industria, ma oggi essa è un attore della bisca finanziaria internazionale come tutte le altre megabanche. Negli ultimi due anni essa è stata colpita da scandali e denunce che hanno inferto duri colpi alla sua immagine.

Attualmente la banca è sotto inchiesta per falso in bilancio allo scopo di nascondere pesanti perdite sui derivati del ramo statunitense. Secondo Eric Ben-Artzi, ex funzionario della DB che ora è testimone della procura di New York, le perdite si aggiravano attorno ai 10 miliardi di dollari nel 2008.

La nuova ricetta anti-crisi giapponese


Le elezioni in Giappone di qualche settimana fa hanno riportato al governo il partito liberaldemocratico, che aveva governato il paese più a lungo che la Dc qui da noi, con un quasi egual numero di scandali. Dopo una breve pausa nel 2009, coincisa con la vittoria dei Democratici (quasi più timidi del Pd nostrano), il paese è presto ritornato in mano ai vecchi mandarini della politica: in questo caso il nuovo leader è Shinzo Abe, un politico di lungo corso, negazionista dei crimini di guerra giapponesi e nazionalista esasperato. 
Non proprio, si direbbe, una buona notizia.

Ma dal punto di vista delle politiche economiche, invece, pare che ci siano delle novità interessanti. Abe ha esordito attaccando il sancta sanctorum dell’ortodossia neoliberale, ossia l’indipendenza della Banca Centrale

giovedì 17 gennaio 2013

L'endorsement del Corriere della Sera alla Mmt

Il Corriere della Sera non è solo un quotidiano: è una Istituzione

Quello che transita dalle sue pagine non è mai casuale, ma frutto di attente valutazioni. Se il Corriere, in ambito politico ed economico, sceglie di parlare di un argomento, immediatamente è ammesso nell'agenda politica. Diversamente non transita, poche storie.

Allora leggere su Corriere.it un articolo in cui si parla di Moneta Sovrana come risposta alla crisi, con tanto di intervista ad un economista sostenitore della  Me-MMT (Mosler economics-Modern money theory), fa un certo effetto. Perchè, di fatto, questo significa che negli "ambienti che contano" si esplorano seriamente le vie di uscita dalla moneta unica europea; segno che la fiducia ed il sostegno all'Euro sono meno vigorosi di quanto si lasci trapelare.

Quindi è tempo di dare cittadinanza nel "mainstream" alle ipotesi alternative al sistema monetario europeo. Questo non significa appoggiare le teorie diffuse in Italia da Paolo Barnard. Anzi, il taglio dell'articolo è molto prudente, nonchè distaccato; inoltre lo spunto, o pretesto, è dato dalla situazione de L'Aquila alle prese con il problema delle risorse per la ricostruzione.
Ma tanto a basta a far capire che lassù qualcosa si muove.

lunedì 14 gennaio 2013

Crisi? Democrazia Vendesi

"La crisi è stata causata da una moneta fatta male e non ne usciremo finché le decisioni verranno prese da persone non elette da noi, come Draghi, Herman Van Rompuy o la Merkel". 

Loretta Napoleoni, economista di fama mondiale, sceglie Affaritaliani.it per lanciare il suo nuovo libro. Come uscire da questa crisi allora? "Investendo nelle Pmi, nel commercio con l'Oriente, nel nostro Sud, che è come la Germania dell'Est dopo la riunificazione. Il problema è che per fare questo servono soldi". E l'Italia non può stamparne
Dovremmo uscire dall'euro? "E' un'ipotesi. O più semplicemente dovremmo allearci con gli altri Paesi periferici e fare un euro a due velocità". E a chi afferma che il problema dell'Italia è il debito risponde: "Il problema è la crescita. Anche se noi azzerassimo il debito, l'economia come riprenderebbe? Che cosa venderemmo all'estero?".