E così Barack Obama ha compiuto la sua grande impresa. "Four more years", altri quattro anni. Se qualcuno pensava che nel 2008 si fosse compiuto un miracolo irripetibile, le ultime presidenziali l'hanno smentito: il Presidente "coloured" si riconferma. E lo fa nel bel mezzo di una crisi economica globale, per certi versi senza precedenti.
Ma basterà la favola del "self-made-man-figlio-del meltin'-pot-americano" a portare gli Stati Uniti fuori dal guado (insieme a tutto l'Occidente)?
Il primo mandato non sembra aver risolto nessun problema sistemico, tanto da aver costretto il team di Obama a mettere in soffitta il celebre "Yes we can"; anche perchè il seguito di quello slogan si può riassumere in un meno sognante, e molto più triste, "Yes we could".
Potremmo dire che il battesimo di Obama con la presidenza è stato celebrato davanti alla crisi scatenata dal crac Lehman Brothers. Quell'evento ha poi generato un avvitamento dell'economia mondiale, dal quale ancora oggi non riusciamo a venire fuori.
Alla Casa Bianca si parlò di riformare la finanza mondiale. Cosa ne sia stato di quel proclama lo stiamo vedendo...
Allora la crisi nacque dallo scellerato utilizzo di elaboratissimi strumenti finanziari; che altro non erano se non improbabilissimi mutui, accompagnati da altrettanto improbabili coperture assicurative. Imparammo così a conoscere i mutui sub-prime ed i Credit default swaps; in generale, il mondo scoprì l'esistenza degli strumenti "derivati".
Quale fu la ricetta del Presidente Obama per arginare la crisi della finanza globale? Quella più semplice ed immediata: far assorbire dallo Stato le passività, ed inondare le banche americane di denaro fresco di stampa della Federal Reserve.
Se l'obiettivo era quello di evitare il contagio dalla finanza all'economia reale...beh, il fallimento è stato totale.
Già in questo post vi avevo parlato della situazione del sistema bancario americano, ed in particolare della sua esposizione con i derivati.
Da allora la situazione non deve essere cambiata granchè, tanto che l' Office of comptroller of currency non rilasciato altre rilevazioni. Quindi valgono quelle del primo trimestre 2012.
Tanto per rinfrescarci la memoria, ecco la stima dell'esposizione in derivati delle prime 25 banche Usa: 222 triliardi di dollari. Ovvero:
221.949.873.000.000 di dollari
E questa è la situazione delle 5 principali banche americane, sempre relativamente all'esposizione in derivati:
- Jp Morgan Chase 71,4 trilioni
- Citibank: 52,1 trilioni
- Bank of America: 50,1 trilioni
- Goldman Sachs: 44,2 trilioni
- Hsbc 4,4 trilioni
Il fiscal cliff è dietro l'angolo, ed il debito pubblico Usa chiama un numerone bello grosso:
16.190.979.268.766,67 di dollari.
Mr Barack è seduto su una pentola a pressione, ed intorno alla pentola (pronti a farsi male insieme) è sistemata tutta l'Europa.
I Governi e le Banche Centrali non hanno la forza per poter gestire ed ammortizzare una eventuale caduta di questo sistema...A meno di non voler rivedere completamente il paradigma su cui si fonda l'economia a cavallo tra la fine del secondo e l'inizio del terzo millennio. Ma:
- Esiste una leadership dirigente disposta a farlo?
- Esiste una conoscenza ed un consenso diffuso per sostenerlo?
- Esiste una chiara volontà di reset?
Queste sono le domande che dovremmo porci. E questi sono gli interrogativi che avrei voluto vedere analizzati sui giornali dopo i risultati delle presidenziali Usa. Ma si tratta, ovviamente, di pie illusioni.
Alla gente bisogna dare in pasto delle visioni: il sogno americano..., il sogno europeo...
Ed i sogni, si sa, durano fino a quando si è addormentati. Ma ad un certo punto bisognerà risvegliarsi, e la realtà sarà impietosa.
Stay tuned
già. Eppure in certi ambiente si tessono le lodi per la conferma di questo soggetto. Certo è un nobel della fuffa. Si può essere tanto stupidi da non comprendere che il sistema democratico sia fallace e truffaldino chiunque venga presentato come fantoccio? Che sono le stesse lobbies che sono dietro ad entrambi gli schieramenti a comandare?
RispondiEliminaO è manifesta malafede o ignoranza totale.
Un salutone
Barbara
Qui la faccenda è molto più complicata: alla manifesta malafede si aggiunge l'ignoranza totale...
RispondiEliminaUn abbraccio
Peppe