Nel mio blog quando parlo della Germania è quasi sempre per evidenziarne un ruolo da "cattivo". Ma mi limito alla loro parte nella crisi del sistema Euro.
Per il resto ho una grandissima stima dei tedeschi. Ho ben presente il possente e fondamentale contributo della cultura tedesca al patrimonio di conoscenza europeo e mondiale. Il progresso tecnologico e scientifico dell'umanità deve tantissimo agli scienziati tedeschi. Per non parlare di quanto hanno dato alla filosofia, alla letteratura, alla poesia, al teatro ed alla musica...
Il loro grado di civiltà, ordine e lungimiranza è proverbiale. Chiunque abbia messo piede in un angolo qualsiasi della Germania può testimoniarlo.
Fatta questa doverosa premessa, caliamoci nel 21° secolo e nei suoi problemi. Più precisamente, entriamo nella spinosa questione "euro sì, euro no", e "a chi conviene la moneta unica e a chi no".
Ebbene, stando a quest'intervista del ministro delle finanze tedesche Schäuble (di cui ci siamo occupati qui), "la Germania trae vantaggio dalla moneta comune più di ogni altro paese", cosa che per noi non è una novità.
Nell'articolo, il super ministro teutonico difende a spada tratta la moneta unica, attaccando e richiamando gli economisti (anche tedeschi) che iniziano ad interrogarsi sulla convenienza dell'Euro.
In effetti anche in Germania ormai sono in molti a fare i conti di cosa significherebbe una fine della moneta unica. Ed il risultato di questi conti evidenzia una sola cosa: per la Germania sarebbe una "tranvata" economica.
La sola bancarotta della Grecia farebbe crescere l’indebitamento tedesco del 3,5%. Ma quello che spaventa è l'eventuale bancarotta di Spagna o Italia. Qui i calcoli sono semplici: questi due paesi da ora alla fine del 2013 devono procurarsi 750 miliardi di euro sui mercati. Si tratta di 110 miliardi in più di quanto abbiano nella loro disponibilità il Fondo Salva-Stati e il Meccanismo Europeo di Stabilità: una botta bella grossa, messa in evidenza dal prof Lars Feld dell'Università di Friburgo
Tanto per restare nel campo delle analisi fatte da autorevoli esperti tedeschi, e non certo dei menagrami come il sottoscritto, è utile leggere i calcoli e le considerazioni di Michael Heise, chief economist del gruppo Allianz.
Secondo Heise la disgregazione dell'Euro ed il ritorno al Marco sarebbero un disastro. Già la recessione negli altri paesi europei sarebbe un guaio, visto che il 40% dell’export tedesco è diretto verso l’eurozona. Ma, soprattutto, la moneta tedesca si rivaluterebbe del 15-20 %, il che comporterebbe una perdita di export sino ad un quinto del totale.
E siccome il contributo delle esportazioni al prodotto interno lordo è oggi del 50%, anche considerando che i beni intermedi che entrano nella produzione dei prodotti esportati è pari al 40% del valore di questi ultimi, ne seguirebbe una perdita di ricchezza prodotta del 5%.
Considerando il peggioramento della congiuntura e le crisi bancarie che si verificherebbero a seguito della fine dell’euro, entro 2 anni la perdita di prodotto cumulata raggiungerebbe il 15%. Non solo: poiché ogni apprezzamento di una valuta comporta una crescita dei costi di produzione rispetto all’estero, molte imprese delocalizzerebbero o ritirerebbero i loro capitali dalla Germania.
Alla fine della fiera, Heise calcola che la perdita di prodotto interno lordo per la Germania, dopo 4-5 anni dalla fine dell’euro, sarebbe dell’ordine del 25%. E conclude: "non si fa allarmismo se si osserva che la disgregazione dell’euro sarebbe uno shock ben peggiore della crisi successiva al fallimento di Lehman Brothers".
Questo è lo scenario per la Germania. Ma per la nostra Italietta come si metterebbero le cose in caso di Euro-crack...?
Visto che per il case-scenario tedesco abbiamo usato una valutazione esterna, per quello italiano facciamo lo stesso. E per questo andiamo ad usare il lavoro svolto da Athanasios Vamvakidis e David Woo di Bank of America Merrill Lynch.
I due analisti, attraverso uno studio condotto attraverso l'applicazione della teoria dei giochi, hanno esaminato lo scenario successivo ad una uscita volontaria dell'Italia (e delle altre Nazioni) dall'Euro.
Secondo i due economisti l’Italia potrebbe avere diversi vantaggi nell’abbandonare volontariamente l’euro, prima che siano i mercati a deciderlo. Se così facesse, godrebbe di “benefici in termini di miglioramento della competitività, crescita economica e finanza pubblica”.
L uscita dall’euro, secondo Merrill Lynch, oltre a rendere possibile, attraverso la svalutazione, il riequilibrio della bilancia commerciale (e in prospettiva una crescita guidata dalle esportazioni), avrebbe effetti benefici anche sui tassi di interesse: poiché i mercati sarebbero rassicurati dal ritorno alle monete nazionali, fattore che ridurrebbe la possibilità di un default.
Nello studio si analizza anche la possibilità che la Germania "paghi" per la permanenza nell’euro dei PIIGS. Anche in tal caso, gli incentivi a rimanere nell’eurozona sono minori per l’Italia rispetto al resto degli stati periferici.
Nella tabella sotto vengono evidenziati i possibili effetti di una uscita “ordinata” dall’euro per i diversi paesi. L’Italia e l’Irlanda sarebbero le nazioni a trarne maggiori vantaggi relativi:
Sulla scorta di quanto sopra riportato, sarebbe quantomeno auspicabile una riflessione della nostra classe politica. Ma mettere in dubbio il dogmatismo europeista è ancora considerato un peccato dal quale non si può essere assolti.
Tempo al tempo: cambieranno idea...Ma quando sarà troppo tardi.
Stay tuned
Nell'articolo, il super ministro teutonico difende a spada tratta la moneta unica, attaccando e richiamando gli economisti (anche tedeschi) che iniziano ad interrogarsi sulla convenienza dell'Euro.
In effetti anche in Germania ormai sono in molti a fare i conti di cosa significherebbe una fine della moneta unica. Ed il risultato di questi conti evidenzia una sola cosa: per la Germania sarebbe una "tranvata" economica.
La sola bancarotta della Grecia farebbe crescere l’indebitamento tedesco del 3,5%. Ma quello che spaventa è l'eventuale bancarotta di Spagna o Italia. Qui i calcoli sono semplici: questi due paesi da ora alla fine del 2013 devono procurarsi 750 miliardi di euro sui mercati. Si tratta di 110 miliardi in più di quanto abbiano nella loro disponibilità il Fondo Salva-Stati e il Meccanismo Europeo di Stabilità: una botta bella grossa, messa in evidenza dal prof Lars Feld dell'Università di Friburgo
Tanto per restare nel campo delle analisi fatte da autorevoli esperti tedeschi, e non certo dei menagrami come il sottoscritto, è utile leggere i calcoli e le considerazioni di Michael Heise, chief economist del gruppo Allianz.
Secondo Heise la disgregazione dell'Euro ed il ritorno al Marco sarebbero un disastro. Già la recessione negli altri paesi europei sarebbe un guaio, visto che il 40% dell’export tedesco è diretto verso l’eurozona. Ma, soprattutto, la moneta tedesca si rivaluterebbe del 15-20 %, il che comporterebbe una perdita di export sino ad un quinto del totale.
E siccome il contributo delle esportazioni al prodotto interno lordo è oggi del 50%, anche considerando che i beni intermedi che entrano nella produzione dei prodotti esportati è pari al 40% del valore di questi ultimi, ne seguirebbe una perdita di ricchezza prodotta del 5%.
Considerando il peggioramento della congiuntura e le crisi bancarie che si verificherebbero a seguito della fine dell’euro, entro 2 anni la perdita di prodotto cumulata raggiungerebbe il 15%. Non solo: poiché ogni apprezzamento di una valuta comporta una crescita dei costi di produzione rispetto all’estero, molte imprese delocalizzerebbero o ritirerebbero i loro capitali dalla Germania.
Alla fine della fiera, Heise calcola che la perdita di prodotto interno lordo per la Germania, dopo 4-5 anni dalla fine dell’euro, sarebbe dell’ordine del 25%. E conclude: "non si fa allarmismo se si osserva che la disgregazione dell’euro sarebbe uno shock ben peggiore della crisi successiva al fallimento di Lehman Brothers".
Questo è lo scenario per la Germania. Ma per la nostra Italietta come si metterebbero le cose in caso di Euro-crack...?
Visto che per il case-scenario tedesco abbiamo usato una valutazione esterna, per quello italiano facciamo lo stesso. E per questo andiamo ad usare il lavoro svolto da Athanasios Vamvakidis e David Woo di Bank of America Merrill Lynch.
I due analisti, attraverso uno studio condotto attraverso l'applicazione della teoria dei giochi, hanno esaminato lo scenario successivo ad una uscita volontaria dell'Italia (e delle altre Nazioni) dall'Euro.
Secondo i due economisti l’Italia potrebbe avere diversi vantaggi nell’abbandonare volontariamente l’euro, prima che siano i mercati a deciderlo. Se così facesse, godrebbe di “benefici in termini di miglioramento della competitività, crescita economica e finanza pubblica”.
L uscita dall’euro, secondo Merrill Lynch, oltre a rendere possibile, attraverso la svalutazione, il riequilibrio della bilancia commerciale (e in prospettiva una crescita guidata dalle esportazioni), avrebbe effetti benefici anche sui tassi di interesse: poiché i mercati sarebbero rassicurati dal ritorno alle monete nazionali, fattore che ridurrebbe la possibilità di un default.
Nello studio si analizza anche la possibilità che la Germania "paghi" per la permanenza nell’euro dei PIIGS. Anche in tal caso, gli incentivi a rimanere nell’eurozona sono minori per l’Italia rispetto al resto degli stati periferici.
Nella tabella sotto vengono evidenziati i possibili effetti di una uscita “ordinata” dall’euro per i diversi paesi. L’Italia e l’Irlanda sarebbero le nazioni a trarne maggiori vantaggi relativi:
Sulla scorta di quanto sopra riportato, sarebbe quantomeno auspicabile una riflessione della nostra classe politica. Ma mettere in dubbio il dogmatismo europeista è ancora considerato un peccato dal quale non si può essere assolti.
Tempo al tempo: cambieranno idea...Ma quando sarà troppo tardi.
Stay tuned
molto bello. molto tragico. Chiedo una cortesia: poiché noi non siamo 'porci', evitiamo gli acronimi razzisti.GIPSI è sicuramente meno infamante. Considerato che noi abbiamo pagato la riunificazione della Germania, e che siamo anche truffati da questa gente, è il caso che non ci si autotitoli in maniera 'falsamente tecnica'. Quando ci hanno etichettato così sapevano molto bene cosa facevano, e sapevano che eravamo il loro maialino salvadanaio per il lungo inverno che i DEBITI SUBPRIME dalla California, dalla Florida, dall' Ohio hanno messo in casa Bundesbank. Diciamo proprio tutto, ossia... che i tedeschi nascondono il loro debito federale, e che il debito che hanno in casa non è dell' Italia. Hanno comprato 60 miliardi- ripeto, 60 miliardi- di euro da Wall Street, e gli americani, felici di scaricare sulle colonie europee i loro debiti mai pagati, li hanno anche chiamati 'gli stupidi di Francoforte', perché si erano liberati del loro fardello che sapevano i loro amici tedeschi avrebbero recuperato ingannando e prendendo a strozzo l' Eurozona con il cambio fisso dell' Euro. Il complotto c' è, ed è tornato utile solo agli USA. Che ora hanno anche un motivo in più per distruggere la Germania e il bund- oltre che l' Euro: togliersi dai piedi uno scomodo creditore. Non sia mai che a Berlino si sognino di fare come a Pechino che chiedono un rientro di denaro. Lo sa il mondo intero che gli USA non pagano se non con le bombe.
RispondiEliminaPostare con il nome, o con un nickname, avrebbe reso più onore ad un commento intelligente ed interessante come il tuo.
RispondiEliminaHai ragione, l'acronimo Piigs è un malcelato insulto razzista. Ma Gipsi, nella loro impostazione concettuale, non sarebbe molto meglio: ha solo il merito di evitare il declassamento ad animali.
Per il resto non posso aggiungere altro, se non notare che le tue stesse osservazioni sono state fatte in questo blog: affinità elettive...
Grazie per essere passato di qui,
a presto.
Ciao Peppe,
RispondiEliminasinceramente che la Germania ne tragga vantaggio ho i miei grossi dubbi. La bundesbank all'epoca nemmeno voleva entrarci ed inoltre anche il tenore di vita dei tedeschi è aumentato. L'euro è convenuto a tutti coloro che volevano imbrigliare le nazioni nella moneta, va da sé Germania esclusa. Ti consiglio di leggere Perché tornare alle proprie monete nazionali, di un economista austriaco, ci sono dettagli che guardacaso vengono omessi dalla solita stampaccia mainstream
http://www.stampalibera.com/?p=50287
Riguardo all'austerity, non neghiamocelo, subito i servetti schiocchi degli yankee su internet si sono buttati contro la Germania a dire che sta egemonizzando l'Europa imponendo l'austerity come se il Trattato di Maachstricht non l'avesse firmato nessuno, addirittura evocando una sorta di "dominio nazista" che si starebbe materializzando.
Alla Germania è stato chiesto di pagare i debiti dei paesi Piigs, ossia di garantire LE BANCHE, non di rimpinguare i conti correnti ed il benessere degli italiani come lo dipingono i mainstream. E di chi sono quelle banche per cui Obama e Draghi sono preoccupati?
Inoltre come ho scritto qui
http://dadietroilsipario.blogspot.it/2012/08/monti-preoccupato-per-i-toni-anti.html,
ma tutti noi davvero paghiamo i debiti altrui contratti con le banche con estrema disinvoltura? Così, come prassi abituale? Perché scandalizzarsi tanto allora?
La Germania non vuole pagare i debiti dei Piigs, e dovrebbe perché "dall'euro ci ha guadagnato". Chi? I tedeschi? Perché è sempre il cittadino in ultima istanza che paga, come dovremmo ben sapere.
Come, siamo noi i primi acontestare i debiti contratti dai nostri politici, penso al comune di torino che ha 4 MILIARDI in derivati con le banche americane, e chiediamo ai tedeschi di garantire sta roba sennò son nazisti? Toh le banche con cui i derivati son stati stipulati in molti enti pubblici sono con banche americane....che caso....non è che si da addosso alla Germania perché non vuole garantire le banche americane alla fine della fiera?
Qui una copiosa raccolta di articoli dai quali si può evincere a chi serva e perché sia nata l'Europa...
http://www.mentereale.com/articoli/hanno-firmato-la-tua-condanna-e-tu-non-lo-sai
Ciao Peppe,
RispondiEliminariguardo al debito in derivato del comune di torino allora specifico, in totale ha 4 miliardi di debito ma la parte composta da derivati si aggirava a feb 2011 per 947 milioni di euro.
http://www.movimentotorino.it/2011/02/al-31122009-il-debito-residuo.html
Il comune di torino nel frattempo taglia posti letto ma ha assunto due "collaboratori" che ci costano 64 mila euro al mese.
http://www.ilfazioso.com/scandalo-fassino-paga-2-collaboratori-stipendio-pari-13-parlamentari.html
Nel frattempo, sempre questo osceno comune finanzia indebitandosi la costruzione di torri e palazzine....
Mi rompe le palle a me da piemontese pagare per queste speculazioni, posso chiedere ai tedeschi di farlo e permettermi l'arroganza di risentirmi se questi si rifiutano?
NO.
Ciao Barbara!
RispondiEliminaPremessa: non è colpa della Germania se abbiamo una classe dirigente che si impegna costantemente, e con la massima determinazione, a sperperare denaro pubblico.
Negare però il clamoroso vantaggio che il sistema produttivo tedesco si è preso con l'Euro, è diventato ormai molto difficile. La produzione scientifica degli economisti non "agganciati" alla politica, sia prima che dopo l'adozione dell'Euro, è davvero tanta.
Neanche i tedeschi si curano più di tanto a negarlo...
Quanto ai derivati, beh, i tedeschi sono stati dei carciofoni: quando gli americani hanno capito che i derivati erano ormai spazzatura tossica, ne hanno venduta una grandissima parte al sistema bancario tedesco. Deutsche Bank è l'istituto di credito europeo più esposto con quella robaccia.
Poi ci sarebbe la storia sul debito pubblico occultato nella Kfw, senza del quale la loro magica disciplina di bilancio andrebbe a ramengo.
Ma poi, se davvero fossero così sicuri di essere le vittime chiamate a pagare sempre il conto per le cicale mediterranee, perchè non l'abbandonano loro la moneta unica? Forse perchè senza si sfalderebbe la loro egemonia economica?
La beneficienza e la solidarietà tra sistemi produttivi in competizione non esistono: esiste solo la competizione.
Anche gli americani hanno la loro parte nella crisi europea, non c'è dubbio. Ma da un punto di vista economico gli States non sono mai stati un nostro rivale: semmai il nostro miglior mercato.
Con i tedeschi invece abbiamo sempre lottato sui mercati intra ed extra europei. E lo abbiamo fatto con le nostre armi, tra cui la fluttuazione valutaria. Persa quella ci siamo indeboliti inesorabilmente, e non ne siamo più venuti fuori.
Poi ci sarebbe da capire come mai l'unica ricetta che sta bene ai tedeschi è quella dell'austerità...Forse perchè è un ottimo sistema per tenere al palo i competitors? Magari giusto il tempo per far ultimare lo smantellamento del nostro sistema manifatturiero...?
Hai visto che razza di shopping di marchi italiani sta avvenendo sotto i nostri occhi?
Guarda caso, Giavazzi, Alesina e Zingales insistono perchè si privatizzino Terna e Snam subito...Conosci qualcosa di più strategico della rete elettrica e di quella del gas? Il resto se lo sono già pappato.
No Barbara, a me sto giochino al massacro non sta bene per niente. Questa è una guerra senza non convenzionale vera e propria, e noi ci stiamo facendo consegnare al nemico dai nostri ufficiali in comando.
Una in gamba come te non può non vederlo!
Un abbraccio
Buongiorno,
RispondiEliminail mio nome è Francesco e sono il responsabile dei portali online Mutui.com e Prestiti.com.
Ho visitato il vostro sito lemieconsiderazioniinutili.blogspot.it e mi chiedevo se foste interessati ad una collaborazione redazionale a titolo gratuito.
Ringraziando in anticipo per la risposta, porgo cordiali saluti.
Francesco - Mutui.com
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