Strano posto il mondo. E strani posti le piazze.
In Egitto, Siria, Marocco ed Iran quando la gente scende per strada contro i loro governi, la stampa occidentale è tutto un ribollire di slanci di solidarietà verso gli aneliti di giustizia di quelle genti. Per chi non ha la democrazia, e cerca di rivendicarla per migliorare la propria condizione, si giustifica persino la mobilitazione degli eserciti Nato.
Per chi la democrazia ce l'ha, ed è anche nella Nato, ma scende in piazza contro il proprio governo e la finanza globale, invece vanno bene le manganellate: sono black bloc...
Poi ci sono le piazze virtuali.
Oggi sui social network impazza il cordoglio per la morte prematura di Whitney Houston; una cantante dall'immenso talento, incapace di reggere la pressione che lo show-business esercitava sulla sua vita.
Il popolo greco invece sta soccombendo alla pressione degli interessi del financial-business internazionale: ma di cordoglio se ne vede poco. E su Facebook e Twitter, termometri degli interessi della gente, il disastro greco vale molto poco.
Adesso entrare nel merito della vicenda greca non mi va, non me la sento. Sulle cause e le responsabilità di quello che succede ad Atene, di parole ne ho messe in fila già tante: valga questo.
Oggi mi preoccupa di più l'indifferenza di fondo con la quale gli italiani guardano piazza Syntagma. E' a quattro passi, vive un dramma in cui tutti potremmo immedesimarci, eppure sembrano un Paese ed una civiltà lontani...manco fosse la Cina.
Saranno stati il freddo e la neve a raffreddare la nostra attenzione e solidarietà? O forse abbiamo esaurito lo sconcerto nazionale con il naufragio della Costa Concordia? O, ancora, siamo troppo ebbri del "successo" di Monti nella visita a Wall Street? Adesso abbiamo anche il lutto per la morte della cantante bella, brava e dannata...(che riposi in pace).
Forza ragazzi, mettete un altro link a "I will always love you" e qualche spezzone di "Bodyguard": il mondo così sarà un luogo migliore!
Stay tuned
Sono dei miliardi
RispondiEliminai nuovi mondi pronti
sono lì associati
agl'incavi e ai denti
di tintinnanti chiavi
siamo noi gli attesi
incerti foschi titubanti
voltati verso loschi ostelli
di quelle fresche stanze
ce n'è per tutti i sogni
e ancora più per i risvegli
da spaventosi incubi
bisognerebbe entrare
salire ai piani accomodarsi
la sera scendere in salone
a onorare la cena conviviale
non facciamoci sviare
da pochi direttori ingordi
e dai loro facchini abietti
sempre smaniosi di lucrare
il prezzo da pagare netto
è tagliato su misura
non su individuali redditi
ma su un enorme gettito
di speranze da premiare
questo l'ho sentito dire
al figlio dall'albergatore
un tale gran signore
che ama farsi intravedere
talvolta curandosi del giardino.
Marco Sclarandis
Beh, il primo commento in poesia sul mio blog vale un plauso speciale; anche se non sono sicuro di averne colto perfettamente il messaggio.
RispondiEliminaAppena ho un pò di tempo mi concentro e leggo con la calma e l'attenzione che merita.
Grazie Marco,
saluti.
Credo, Peppe, che in ogni momento la differenza tra Paradiso e Inferno stia nella direzione verso cui vanno le nostre azioni e nella successiva scelta.
RispondiEliminaSolo pochi si fermano ad osservare in quale direzione stanno agendo e alcuni di questi scelgono comunque quello che ritengono sia il Paradiso per sè stessi pur sapendo che ciò produrrà l'Inferno per innumerevoli altri.
Io credo ad ogni modo che tutti noi si stia dentro un Purgatorio talmente variopinto che a volte rinunciamo a capire dove realmente stiamo e se sia possibile scambiarci di posto.
E infine ritengo che l'Inferno sia vuoto perchè sono tutti stati invitati in Paradiso a rappresentare tutte le malvagità possibili a beneficio dei beati che potrebbero annoiarsi e meditare quindi di compiere quelle stesse malvagità in un luogo dove sono proibite.
Qualcuno vuole comunque provare l'ebbrezza del male puro, vero, ed irrimediabile e per lui l'Inferno diventa allora necessario.
Vuoi farlo star male negandogli l'ingresso?
Un saluto colmo di perfida ma innocua ironia.
Marco Sclarandis
Non mi azzarderei mai a negare niente a nessuno, hehehe...
EliminaVisione affascinante la tua. La prima parte è un'esperienza rintracciabile da ognuno di noi, e quindi estremamente empirica. La seconda parte è più filosofica e personale, ma anche più "visionariamente" originale.
Mio caro Marco, sei un gran personaggio.
Un saluto colmo di simpatia.
Bravo, giustissime considerazioni, fermo restando il cordoglio per la grande Whitney.
RispondiEliminaAssolutamente...
EliminaLa Houston è stata solo un pretesto per evidenziare l'indifferenza/distrazione dei più verso il dramma greco.
Ciao e grazie
Ciao Peppe. Una considerazione che ho fatto anche io, seppure mi dispiaccia che una bellissima voce sia svanita (a pochi mesi da un'altra voce stupenda e ancora più giovane come Amy Winehouse, Etta James, morta nel gennaio appen ascorso, perlomeno aveva oltre settant'anni).
RispondiEliminaMa è un atteggiamento tipico degli esseri umani, come ricorda Jerome Bruner, psicologo statunitense che io ho brevemente citato nel mio post
http://blog-condiviso.blogspot.com/2011/08/coscienza-collettiva.html
ovvero se esiste un pericolo percepito, l'essere umano cerca di rifugiarsi in una sfera individuale dove far precipitare l'ansia a livelli accettabili.
Cosa c'è di meglio che scambiare inutili e ripetitivi/ossessivi messaggi - magari su social network che consentono l'approfondimento zero - su una star morta in modo cruento?
Ciao Daniela.
EliminaChe dire, hai ragione...Però così, purtroppo, non ne usciremo mai.
Ciao Peppe. Io sono convinta che avendo presente questa "intrinseca" difficoltà umana invece si possa e si debba superare.
EliminaSe qualcuno trova un modo efficace per farlo, non potrei che esserne felice. Ma non la vedo così semplice...
EliminaUn abbraccio