La pubblicazione del testo della lettera di Draghi e Trichet al governo italiano ci ha tolto ogni dubbio in merito a chi eserciti realmente la potestà della sovranità nazionale.
Il contenuto per la verità non è che sorprenda più di tanto.In questo mio post di metà agosto ne avevo anticipato l'impostazione,senza per questo essere un oracolo.
Nonostante ciò,il tono della lettera colpisce per la perentorietà ed il dettaglio della prescrizione:"Le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese per decreto-legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di settembre".Un pò come dire:baby,qui si fa come diciamo noi,poche storie!
Certo è abbastanza irrituale il modo scelto dai due tomi.Non credo si sia visto altre volte due banchieri centrali-veri e propri sommi sacerdoti del dogma monetarista,vestali del culto della protezione della moneta,nonchè loro unici padroni - dettare con un documento ufficiale(perchè quella lettera lo è) il programma legislativo ad un governo eletto di uno Stato sovrano.
La tal cosa,se questo mondo non girasse al contrario,dovrebbe far saltare tutto il Paese dalla sedia e far rivendicare con severità il nostro diritto-dovere a governarci in autonomia,secondo le regole della democrazia.
Ma in questo mondo pazzo,o completamente asservito alla finanza(Pound docet),avviene che nessuno(o quasi)rivendica il primato della sovranità nazionale e degli interessi degli italiani.
Il fatto è che siamo inseriti male in un sistema mondiale ultra liberista che sta fallendo ma non vuole ammetterlo,e pretende di imporci di rispettare le sue regole. L'Italia rischia di fallire rispetto al sistema prima che il sistema fallisca nel suo complesso: conseguentemente per salvarci dobbiamo fare delle operazioni che sono il contrario di quelle che il mondo nel suo insieme dovrebbe fare per evitare il disastro.
Evidentemente la storia,anche quella recente,è qualcosa che gli italiani proprio non amano tenere in considerazione.Le ricette che gli "infallibili" banchieri centrali vogliono imporci,sono sempre le stesse da quasi vent'anni:più precisamente dal 1992.E,guarda un pò,il protagonista principale e massimo ispiratore di quella stagione(anche se con un profilo meno appariscente di quello odierno)è sempre lui,Mario Draghi.
Come sempre la parola d'ordine è "spolpare lo Stato".Quindi privatizzare,liberalizzare,deregolamentare,vendere i gioielli di famiglia:naturalmente a prezzi stracciati.Lo abbiamo già fatto,lo abbiamo già visto.Così come abbiamo visto i risultati:la situazione attuale...
A differenza del passato stavolta hanno avuto il coraggio di "suggerire" il taglio degli stipendi dei dipendenti pubblici e la riforma(leggi:completa anarchia)sulla disciplina dei licenziamenti.
Uno si aspetterebbe lo scatenarsi delle rivolte sindacali e la dichiarazione di guerra dei partiti di sinistra.Invece domina il silenzio.Ed il maggior partito di sinistra plaude ai diktat di Draghi e Trichet.
E' una situazione surreale,uno scenario tragicomico.Si sta preparando la "tempesta perfetta" sotto i nostri occhi,nel più totale disinteresse della nostra classe dirigente.Ma soprattutto nel disinteresse della gente comune,che continua a delegare il bianco il suo futuro ad una schiera di figuri impreparati,impotenti e strafottenti.
Quanto possiamo durare ancora?
Stay tuned
le tue considerazioni non sono mai inutili e sono delle belle frecciate dritte all'amor proprio, il dramma è che non ce lo abbiamo più..
RispondiEliminaun salutone
barbara
il dramma è che ci piace piangerci addosso, lamentarci aspettando che qualcuno, un salvatore qualsiasi (ma non noi!, noi no)venga a salvarci, rimetta le cose a posto, faccia funzionare tutto secondo i nostri desideri...
RispondiEliminanemmeno un'UNICA manifestazione di protesta riusciamo a fare. ogni gruppo, movimento, partito, sindacato, gruppetto di amici...ognuno propone, organizza, investe e spreca denaro ed energia per collezionare poi l'inevitabile ennesimo flop, perchè ci si muove da "soli", si cerca la visibilità per se stessi, non si pensa e agisce per il bene comune. risultato: non ci si indigna più, non si reagisce, tanto tutto è inutile e si tira avanti fino alla prox stretta di cintura.
possiamo continuare a "vedere" certe cose, a capirle, a comunicarle, ma mancando l'azione è tutta conoscenza inutile, come tutto quel sapere che non è un saper fare e quindi non è un saper essere.
Aruletta,hai ragione sull'ignavia e l'immobilismo di chi subisce l'inguustizia.
RispondiEliminaPerò non credere che sia semplice protestare in massa,e sopraattutto farsi ascoltare.Barbaranotav,che saluto e ringrazio col piacere di sempre,può testimoniarti quanto sia difficile opporsi al moloch del potere.I Valsusini hanno una volontà ed una determinazione pazzeschi,eppure i media riescono sempre a stravolgere ed a fuorviare il messaggio della loro protesta.
Io stesso ne ho avuto esperienza con altre manifestazioni,enormi,per altre campagne di sensibilizzazione.
Non si dirti come si possa fare per uscire dal corto circuito potere-informazione.Qualcuno parla della violenza come forza riparatrice e leva della storia.Io dico che al nostro tempo potrebbe bastare anche una presa di coscienza dei fatti attraverso l'informazione indipendente della rete.
Magari mi illudo,ma preferisco sperare che possa funzionare così...
sai come sei giudicato dalla massa facendo questa affermazione? un pazzo...proprio come Pound. E' da almeno un secolo, ventennio escluso (può dare pure fastidio questa considerazione ma è la verità) che in italia e nel mondo occidentale la politica è dettata da una lobby affaristica che sovrasta l'intero sistema degli stati nazionali. Eppure dirlo oggi significa blaterale nel deserto. L'unica nazionale che ha fatto una scelta di forza, che rompesse gli equilibri del sistema, è stata l'Islanda e l'opinione pubblica è venuta a conoscenza di questo? no !!! semplicemente perchè la logica horwelliana dell'informazione ha messo a tacere il gesto eroico islandese bollandolo come una scellerata e pazza presa di posizione di un governo socialdemocratico
RispondiEliminaAntonio Caporaso
MA CHI SE NE FREGA SE I NOSTRI STATI E LE NOSTRE BANCHE DOVESSERO ANDARE IN DEFAULT!!!!!
RispondiEliminahttp://www.facebook.com/notes/antonio-caporaso/vogliamo-la-catastrofe-da-socialismonazionaleit-di-alberto-b-mariantoni/10150471882951632
Antonio Caporaso
Ciao Antonio,non posso che condividere il tuo commento.
RispondiEliminaForse gli italiani hanno bisogno di arrivare sul limite del baratro per capire...
Poco male,di questo passo avverrà comunque,perchè la velocità con la quale lo stiamo avvicinando è aumentata.