Crisi del debito europea:dove eravamo rimasti?
In buona sostanza siamo inchiodati sempre nella stessa situazione.La Grecia è in bilico sull'orlo di un precipizio che si affaccia nel vuoto,chiamato dagli economisti default.
Una piccola novità in realtà ce l'abbiamo.Il nuovo presidente in pectore della Bce ha un nome ed un cognome a noi italiani molto familiare.Per la verità è un nome ed un uomo molto familiare anche all'establishment finanziario europeo e mondiale,conditio sine qua non per raggiungere posizioni di quell'importanza.Cosa che non depone particolarmente a favore degli interessi della Nazione di provenienza del nuovo presidente,nonostante il giubilo ingenuo di qualche commentatore nostrano.Naturalmente parliamo di Mario Draghi.
Il "paisano" arriva sul ponte di comando della Bce in un momento storico delicatissimo;talmente delicato che potrebbe essere l'ultimo presidente a governare una moneta unica.Il destino dell'Euro pare segnato,nonostante gli ostinati sforzi della euroburocrazia di tenerlo in piedi.Ma riassumiamo le ultime vicende:
La Germania,il dominus dell'unione in campo monetario,si sta dando un grande da fare per evitare il default greco.Ma a Berlino hanno scelto un approccio conservativo.Nel senso che vogliono sì evitare il tracollo della Grecia,ma vogliono farlo senza far gravare gli aiuti solo sulle loro spalle e sulla munificenza di "carta" della Bce. Questo per non creare e far accreditare presso gli Stati in condizioni prossime alla Grecia(Portogallo,Irlanda e Spagna) l'idea che si possa contare su aperture di credito infinite;cosa che rappresenterebbe una valvola di sfogo temporanea per quei governi,ma fatalmente letale per il Sistema-Euro.
Allora Angelona Merkel vuole chiedere una partecipazione all'operazione di salvatggio da parte degli investitori privati.Il sistema sarebbe quello di prolungare la scadenza dei titoli(con termine 2012/13/14) in loro possesso di 7 anni.
A ben vedere non sembra proprio una soluzione efficacissima.In primo luogo bisognerebbe ottenere il placet dei privati,la cui generosità è inversamente proporzionale alla loro avidità;e quest'ultima è elevatissima...In secondo luogo questo dilazionamento avrebbe l'efficacia di una boccata di ossigeno ad un malato terminale di cancro ai polmoni.
Agli investitori ed alle banche d'affari interessano molto di più le succose occasioni del piano di privatizzazioni verso cui è spinto il governo di Atene dal Fmi e dalla Bce.Goldman Sachs è già in prima fila;del resto la situazione greca la conosce benissimo,avendo fatto da consulente al governo greco per la sistemazione dei conti alla vigilia del suo ingresso nell'Euro.E sapete bene come sono stati "creativi"...
La situazione è il paradigma della doppiezza messa in campo dalle banche come Goldman.Prima si siedono al tavolo col governo e lo consigliano su come truccare i conti(ed intascare una mega parcella miliardaria per la consulenza) ed entrare nella moneta unica,senza averne la solidità necessaria.Poi,quando i nodi vengono al pettine,sedersi di nuovo al tavolo e negoziare lo smantellamento del patrimonio di quella stessa Nazione,facendo un mare di soldi.
Quindi la situazione era e rimane compromessa.Ma come dicevo,la Germania tenta ancora di fare il miracolo.Che poi in realtà è un suo interesse.
L'Euro è stato per Berlino uno straordinario strumento con il quale la Germania,all'indomani dell'abbandono del super-Marco,si è ulteriormente rafforzata.In questi anni la quota di mercato dei prodotti made in Germany è andata crescendo costantemente in tutta Europa.E questo è stato dovuto non solo all'inossidabile tradizione di efficienza industriale tedesca,ma in gran parte è stato favorito dai vincoli monetari dell'Euro.
Il caso italiano è da questo punto di vista esemplare.Ciclicamente il nostro Paese,per recuperare competitività sui mercati esteri,svalutava la Lira.Questo avveniva perchè la sovranità monetaria consentiva una gestione della propria divisa indipendente dalle influenze degli Stati concorrenti.Ovviamente non erano soluzioni indolori,ma erano in grado smuovere le acque della propria economia quando questa cominciava a ristagnare.
Con l'Euro,e la gestione centralizzata della moneta,secondo un'impostazione indirizzata perennemente verso le esigenze franco-tedesche,gli aggiustamenti interni sono venuti a mancare.
E' evidente quindi che alla Germania non convenga abbandonare al suo destino la Grecia senza far niente.Perchè il suo default innescherebbe quello irlandese e portoghese.Il che sarebbe la morte della moneta unica.Allo stesso tempo però potrebbe verificarsi anche il caso contrario.
A Berlino potrebbero anche decidere di fare un colpo ad effetto:anticipare tutti ed uscire loro per primi dall'Euro.Lascerebbero agli altri la rogna della moneta unica,prendendosi un grosso vantaggio rispetto alle altre Nazioni,tutte finanziariamente più deboli.
Del resto l'opinione pubblica teutonica ha sempre sofferto il passaggio dal Marco all'Euro,e facendo leva sullo storico ed esemplare orgoglio tedesco non avrebbero difficoltà a fare il salto.
A noi intanto resta da capire come possa essere possibile mettere in piedi la manovra da 47 miliardi in 3 anni che la Commissione europea ci richiede per arginare il debito pubblico.Francamente pare una mission impossible...Anche perchè ha una logica piuttosto sfuggente.Veleggiamo allegramente verso i 2.000 miliardi di debito pubblico,e gli interessi ne costano altri 80 all'anno.Intanto il Pil si attesta sui 1.600 miliardi.
Diciamo la verità,è una sfida senza possibilità alcuna di vittoria.Ed in questa congiuntura economica,47 miliardi da togliere ai cittadini fanno tutta la differenza del mondo.E potrebbero portare milioni di persone a cambiare la propria vita;gente che potrebbe passare dalla scelta di cosa mangiare a pranzo e cosa a cena,allo scegliere se pranzare o cenare...
Stay tuned
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