giovedì 7 aprile 2011

Chi ha paura del fascismo?

Affacciandomi su Facebook ho trovato un link ad un articolo de La Repubblica,che riportava l'indignazione di 3/4 del Parlamento per la richiesta di abolizione del reato di "apologia del fascismo",da parte di un gruppetto di parlamentari.Non è la prima volta che succede,è una storia vecchia come il cucco.In ogni caso,per quello che può valere,vi espongo il mio punto di vista sulla questione.
L'indignazione pressochè generale per la proposta di abolizione del reato di "apologia del fascismo",mi sembra alquanto povera e debole di fondamenta.Le ragioni sono molteplici.

Innanzitutto concettualmente basterebbe richiamarsi allla Costituzione,che come tutti sanno garantisce a tutti la libertà di pensiero e di espressione.E la libertà non è un bene derogabile,altrimenti l'intera impalcatura costituzionale crolla su sè stessa.

Laddove non dovesse bastare la semplice ragione epistemologica e costituzionale,c'è la considerazione sulla maturità della nostra democrazia.
Credo che nel 2011 vietare ancora l'apologia del fascismo e l'organizzazione di un partito fascista voglia dire intrinsecamente negare la presa della democrazia nello strato sociale italiano.
Se abbiamo paura di un nome e di una idea,vuol dire che il nostro sistema democratico è marcio,senza radici,senza sistema immunitario:un fallimento.

Io mi rifiuto di credere che la nostra Repubblica democratica sia capace di tenersi in vita solo perchè vieta a chi ha una visione dello Stato diversa di organizzarsi liberamente.
Vietare un'idea in un sistema democratico è una contraddizione in termini,un ossimoro.

Non sono un fascista,non sono un comunista,non sono un anarchico:ma voglio essere libero di poterlo professare,qualora ne ravvedessi la ragione;e vorrei che lo fosse chiunque.

Quelli che la democrazia l'hanno inventata,i francesi,non fanno leggi per impedire a  Jean Marie Le Pen di fare politica ed avere un partito dichiaratamente,ufficialmente fascista.E Le Pen non è mai andato al governo;perchè evidentemente le sue idee non hanno presa più di tanto.Di cosa abbiamo paura noi allora?

Mi verrebbe da pensare che qualcuno teme forse che gli italiani siano poco fiduciosi della democrazia e dei suoi risultati.E che possano andare altrove se qualcuno gli indicasse la strada...Qualcuno di voi lo crede?

Da noi l'antifascismo è un culto,una liturgia ormai fine a se stessa.Un mito fondante,magari utile all'inizio,ma poi basta.
Se si vogliono mantenere solide le basi della democrazia italica bisogna intervenire in altre direzioni,piuttosto che andare a prendersela con "i fascistelli della domenica".
Quelli che hanno mantenuto in vita il fascismo prima, quando era il suo tempo,hanno dato forza e sostenuto la democrazia poi:ma mai,in ogni caso,contro i propri interessi.
Ricordate cosa faceva dire Tomasi di Lampedusa al Principe di Salina,quando il giovane Tancredi mordeva il freno davanti agli scovolgimenti politici di quel tempo?"Bisogna che tutto cambi perchè tutto rimanga com'è...".

Non sono le idee a fare gli uomini,ma gli uomini che fanno e danno forza alle idee.Quindi è sulla gente che bisogna lavorare...

Combattere le ideologie è tempo perso,anzi a volte è il modo migliore per farle affermare!

Peppe

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