giovedì 26 maggio 2011

La fine dell' Euro

Quello che era un timidissimo filo d'aria,appena percettibile,sta crescendo d'intensità ed ora inizia ad essere un venticello.Le nubi che si affacciano all'orizzonte però,sembrano annunciare l'arrivo di una vera e propria tempesta di vento.Sul campo,chi potrebbe rischiare di esserne travolto,è una pianta che sta rapidamente seccando,perdendo così la robustezza necessaria per difendersi.
La pianta in questione è l'Euro,ed i rami che stanno diventando secchi sono la Grecia,l'Irlanda e la Spagna.

Ora sembra che all'interno della Commissione Europea e della Bce,si faccia sempre più strada l'ipotesi di una drastica potatura.Quindi si vorrebbe rinunciare a quei rami,tagliandoli per proteggere il resto della pianta.
In botanica la cosa potrebbe funzionare.In campo economico-monetario,non credo proprio.

L'Euro si sta sfaldando sotto i nostri occhi.Ed il bello è che il colpo di grazia potremmo darglielo proprio noi italiani.Perchè se ipoteticamente la Bce e la Commissione potrebbero sopportare l'uscita di Stati non molto "pesanti" come Irlanda e Grecia,ed una media potenza come la Spagna,con l'Italia non reggerebbe.

Da dove nasce la mia considerazione?E' il prodotto della convergenza di diversi elementi:



  • debito pubblico che si attesta sulla iperbolica cifra di 1,8 trilioni di euro
  • desiderio della Germania di chiamarsi fuori per non dover pagare per tutti
  • fame irrefrenabile della finanza speculatrice globale
  • voglia matta degli Usa di salvare il dollaro facendo crollare prima l'Euro


Quello che ci aspetta è un vero e proprio tsunami economico,politico e sociale.Ormai non è più una questione di "se",ma di "quando".Prepariamoci ad una transizione difficile,ma non disperiamo.La cosa potrebbe avere un lato positivo:il resettamento del sistema ed il ritorno ad una piena sovranità degli Stati.

Già,perchè in maniera inaspettata il piano di accentramento politico-economico globale,da tempo preparato e portato avanti dalle elite mondiali,potrebbe fallire proprio per loro mano.Un pò come il dinamitardo che piazza la carica e accende la miccia;ma siccome sbaglia i calcoli.la fa troppo corta e non fa in tempo a mettersi bene al riparo.

In questo momento più che mai,la nostra Italia avrebbe bisogno di una classe dirigente coraggiosa e previdente.Invece siamo aggrappati a gente che quando guarda lontano arriva a due palmi oltre la punta del naso.

Probabilmente se,non faranno a tempo a farlo presidente della Bce,dovremo sorbirci un governo del drago Draghi.A quel punto auguriamoci che il Signore ci mandi un San Giorgio...Che non sia  "Morfeo" Napolitano ovviamente!

Stay tuned

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