martedì 5 giugno 2012

Uscita dall'Euro: la fine di un tabù



Il fascino della storia, come quello del mare, risiede in ciò che cancella: l'onda che sopraggiunge fa sparire dalla sabbia la traccia della precedente.
(Gustave Flaubert)


Se qualche anno fa ti azzardavi a dire cose del tipo: "L'Euro è una prigionia dorata"; "La Germania pensa solo ai propri interessi"; "C'è bisogno di riappropriarsi della sovranità politica ed economica"; "Meglio uscire dall'Euro"...


venivi definito nell'ordine (ma possono anche essere mischiati):
  • un ignorante
  • un complottista
  • un fascistoide
  • un folle
E di conseguenza non si iniziava nemmeno la discussione, perchè quelle affermazioni erano considerate una via di mezzo tra la stupidità da demenza senile e la blasfemia laica più truce.


Oggi non ti prendono per matto; al massimo sei un pò fascistello o vetero comunista; pensa, non sei neanche un complottista...No, più semplicemente "non capisci un ca...o".



Nonostante l'Europa e la sua moneta unica stiano affogando in una crisi inesorabile, il pensiero dominante è sempre lo stesso: c'è bisogno di più coesione, c'è bisogno di più rigore, c'è bisogno di più Europa!
Tant'è che la soluzione prospettata dai salotti buoni dell'intellighenzia tecnocratica europea, è la piena integrazione, anzi, unione politica; da cui si farebbe discendere la centralizzazione delle politiche economiche e fiscali.
Insomma si tratta di accelerare e portare a termine il progetto degli Stati Uniti d'Europa.


Come dicevo all'inizio, fino a poco tempo fa l'europeismo era un dogma; e come tale non poteva essere messo in discussione. La fede nel mirabile progetto di unificazione della vecchia Europa era la "conditio sine qua non" della credibilità politica. Senza di essa eri una specie di "scomunicato", censurato e messo all'indice.


Se il grande progetto europeo era un sogno per i suoi ideatori, chi lo sta "vivendo" adesso inizia a percepirlo come un incubo
Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda stanno avendo il loro brutto risveglio. Naturalmente anche noi italiani abbiamo il sonno disturbato...
Ma ci sono anche i francesi, che con Hollande hanno iniziato a mettere in discussione l'ortodossia europeista. E come dimenticare gli olandesi, che iniziano a parlare di referendum per l'uscita dall'Euro:
mettere in discussione il German-euro (o Germa-neuro, se preferite) non è più un tabù


Quando però il tabù era parte integrante del dibattito politico, si fece di tutto per "silenziare" le tante voci di obiezione o di scetticismo che venivano mosse contro il progetto della moneta unica. 
E non stiamo parlando di opinionisti sfigati, demagoghi da quattro soldi o politicucci alla ricerca di visibilità sensazionalistica. 
Leggendo oggi le loro valutazioni/previsioni sembra quasi di avere a che fare con la preveggenza; invece si tratta di scienza economica e buonsenso puro e semplice. Allora vediamo:



Rudiger Dornbusch  
Se il nome non vi dice niente ecoovi una piccola presentazione: 
premio Nobel per l’economia nel 1999, è stato professore di economia al MIT (3° istituzione al mondo nella graduatoria REPEC e nella graduatoria Reuters) dal 1975 al 2002, anno in cui è morto. Vanta 346 pubblicazioni scientifiche di cui 112 articoli su rivista, di cui due sono fra i più citati nel dopoguerra, e un manuale di macroeconomia che è diventato il punto di riferimento di generazioni di economisti.


Ed ecco alcune affermazioni del "pace-all'-anima-sua" prof. Dornbusch nel 1996:
"Lo scenario più probabile è che l’unione monetaria si farà ma non porrà fine alle difficoltà valutarie dell’Europa né risolverà i suoi problemi"
 "Una volta entrata l’Italia, con una valuta sopravvalutata (l’euro), si troverà di nuovo alle corde, come nel 1992, quando venne attaccata la lira"
"La critica più seria all’Unione monetaria è che abolendo gli aggiustamenti del tasso di cambio trasferisce al mercato del lavoro il compito di adeguare la competitività e i prezzi relativi... diventeranno preponderanti recessione, disoccupazione (e pressioni sulla Bce affinché inflazioni l’economia)"
"Gli italiani sognano che la Bce renderà la loro vita più facile di quanto faccia ora la Bundesbank... ma è certo che la nuova banca centrale si proporrà fin dall’inizio come continuazione diretta della banca centrale tedesca"


Paul Krugman 


Questo dovrebbe essere un pò più famoso...


Studente di dottorato di Dornbusch, ha insegnato a Yale, Mit, Stanford e Princeton (sono tutte nella top ten mondiale). Ha conseguito nel 2008 il premio Nobel per l’economia, risultato di una carriera brillantissima, con 417 lavori scientifici di rilevanza internazionale, di cui 114 articoli su rivista, una decina dei quali si collocano nell’un per mille degli articoli più citati nel secondo dopo guerra.


Ed ecco quanto ebbe a dire nel 1998:


"l’Unione monetaria non è stata progettata per fare tutti contenti. È stata progettata per mantenere contenta la Germania – per offrire quella severa disciplina antinflazionistica che tutti sanno essere sempre stata desiderata dalla Germania, e che la Germania sempre vorrà in futuro"
"il pericolo immediato ed evidente è che l’Europa diventi giapponese: che scivoli inesorabilmente nella deflazione, e che quando i banchieri centrali alla fine decideranno di allentare la tensione sarà troppo tardi"
 Martin Feldstein

 Una piccola presentazione di questo illustre sconosciuto:


Cattedra ad Harvard (riconosciuta prima università al mondo nell’ambito delle scienze economiche), è presidente emerito del National Bureau of Economic Research (non esattamente la bocciofila del dopolavoro ferroviario), ed editorialista del Wall Street Journal. Vanta 483 lavori scientifici, di cui 198 articoli su rivista, di cui cinque nel top un per mille come citazioni.


Siamo nel 1997, ed il tizio disse:


"invece di favorire l’armonia intra-Europea e la pace globale, è molto più probabile che il passaggio all’unione monetaria e l’integrazione politica che ne conseguirà conduca a un aumento dei conflitti all’interno dell’Europa"
"anche se i 50 anni di pace dalla fine della seconda guerra mondiale fanno ben sperare, occorre ricordare che ci furono più di 50 anni di pace fra il congresso di Vienna e la guerra franco-prussiana. Inoltre, contrariamente alle speranze e alle supposizioni di Monnet e degli altri fautori dell’integrazione europea, la devastante guerra di secessione americana ci ricorda che un’unione politica formale non costituisce di per sé una garanzia contro una guerra intra-europea"
"Quel che è chiaro è che l’aspirazione francese all’uguaglianza non è compatibile con le aspettative tedesche di egemonia"
"Un aspetto cruciale dell’Unione Europea in generale e di quella monetaria in particolare è che i paesi membri non hanno un modo legittimo di ritirarsi... L’esperienza americana, con la secessione del Sud, potrebbe offrire qualche lezione sui pericoli di un trattato o di una costituzione che non offre vie di uscita"


Dominick Salvatore 

Chi sarà mai costui...? Presentazione:


insegna alla Fordham University di New York, è editor del Journal of Policy Modeling, autore di 138 lavori scientifici di cui 81 su riviste.


Salvatore dixit: 
"Muoversi verso una compiuta unione monetaria dell’Europa è come mettere il carro davanti ai buoi. Uno shock importante provocherebbe una pressione insopportabile all’interno dell’unione, data la scarsa mobilità del lavoro, l’inadeguata redistribuzione fiscale, e l’atteggiamento della Bce che vorrebbe probabilmente perseguire una politica monetaria restrittiva per mantenere l’euro forte quanto il dollaro. Questa è certamente la ricetta per notevoli problemi futuri."


Infine ci sarebbero "solo" 200 economisti che nel 1997 firmarono un documento in cui muovevano i loro preoccupati rilievi alla costituenda EMU. Se vi va di leggervelo, eccovi un link.


Come potete vedere, la necessità, l'ineluttabilità, le magnifiche sorti e progressive dell'Euro non erano affatto la certezza che ci veniva spacciata dalla politica. Chi era scettico ha avuto ragione, ma non è stato ascoltato.


La storia si ripete sempre, ed oggi siamo bombardati dal messaggio di allarme per lo sfascio possibile della moneta unica
Se dovesse avvenire non sarà un dramma apocalittico. O almeno, non lo sarà di più del perseverare sul sentiero attuale, dettato dagli interessi della Germania.

Quindi ben venga un dibattito serio e senza terrorismo psicologico sull'uscita dall'Euro. 
Sì, lo so, ad oggi è ancora un sogno. Ma...:
 “Se uno sogna da solo, è solo un sogno. Se molti sognano insieme, è l’inizio di una nuova realtà.” (Friedensreich Hundertwasser)

Stay tuned

5 commenti:

  1. http://goofynomics.blogspot.it/2011/12/euro-una-catastrofe-annunciata.html

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  2. ottimo Peppe come sempre...
    ricordi le invettive del Berardi Bifo che sosteneva che chi si augurava l'uscita dell'euro lo faceva perché era xenofobo e questo avrebbe portato alle guerre tra nazioni? Doveva essere tipo ottobre/novembre scorso...

    Il sogno di questa europa è secondo me a misura di come lo vollero e lo concepirono, sta scritto nei trattati mentre sui giornali ciarlavano e ingannavano il pubblico promuovendo una europa dei popoli, del benessere etc mai verificatisi ANZI...è un progetto totalitario come Attalì poi ha recentemente confessato ma fu così concepito fin dall'inizio e la Germania o meglio, l'élite tedesca come tutte le oligarchie delle altre nazioni acconsentirono.
    Sinceramente non credo alla favoletta che la Germania da sola costrinse tutti quanti, i poveri francesi, inglesi, spagnoli sprovveduti a stare al suo gioco...quelli son volpi e sapevano cosa firmavano mentre alla gente raccontavano menzogne.

    Un salutone ed un abbraccio
    Barbara

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  3. Ciao Barbara, è un piacere rileggerti.

    La Germania non ha costretto nessuno, certo. Però nessuno gli ha impedito di plasmare la moneta unica in funzione dei suoi interessi. Forse perchè erano funzionali ad un disegno di centralizzazione politica dell'UE.

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  4. E' una teoria così pazzesca, semplice e interessante che potrebbe
    anche funzionare negli stati con una elevata evasione fiscale,
    commentava Paul Krugman, premio nobel per l'economia nel 2008,
    leggendo sul Wall Street Journal la teoria scritta un paio di anni
    fa da un economista italiano che descrive come abbattere l'evasione
    fiscale, abbassare le tasse e farle pagare in modo più equo a tutti .

    http://quaeram.blogspot.it/2012/09/la-teoria-delle-tasse-al-7.html

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    1. detto così, sembra riferito all'euro, invece non c'entra nulla.. ;-)

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