mercoledì 22 febbraio 2012

Crisi: meglio cambiare direzione




Era il 4 ottobre 1984. All'Assemblea Generale delle Nazioni Unite prende la parola Thomas Sankara, e dice: 

"Il debito non può essere rimborsato. Prima di tutto, quelli che ci hanno condotto all'indebitamento hanno giocato come al Casinò: finchè guadagnavano non c'era nessun dibattito; ora che perdono al gioco, esigono il rimborso. E si parla di crisi. No! Hanno giocato ed hanno perduto: è la regola del gioco.
Sankara era Presidente del Burkina Faso da appena due mesi. Tre anni dopo verrà assassinato.

Questa citazione negli ultimi tempi è stata ripresa spesso. Sankara parlava del debito internazionale che soffocava le Nazioni africane, e che era "gestito" dalle potenze economiche occidentali.

Oggi a trovarsi nella stessa condizione sono le stesse potenze occidentali; ed a gestite il debito sono anonime ed impersonali entità dei "mercati finanziari". La grandezza di questi ultimi ha raggiunto dimensioni spropositate, relegando l'economia reale ad un ruolo marginale in termini di valore assoluto. Eppure è all'economia reale che si chiede il maggiore, o meglio, l'unico contributo per il riequilibrio dell'economia degli Stati.

La finanza detta le ricette, e le istituzioni finanziarie sovranazionali, come la Bce, eseguono le direttive. I risultati però scarseggiano. Prestare soldi alle banche a tassi d'interesse minimi, aumentando così la liquidità del sistema, non ha portato benessere e ristoro alle imprese ed alle famiglie: il credito rimane bloccato, ed il credit crunch è divenuta una sottaciuta realtà.

Un'ulteriore slancio l'ha invece ottenuta la speculazione che, grazie alle generose trasfusioni di euro made in Bce, di fatto ha alimentato un circolo vizioso. Come se si volesse curare una tossicodipendenza aumentando le dosi di droga: crisi greca docet.
Si tratta di una terapia per nulla originale. La Fed ha fatto lo stesso negli States negli ultimi tempi con i vari quantitative easing: ma i problemi sono sempre lì.

Allora siamo fermi, impantanati, bloccati sullo stesso punto: si può uscire dalla crisi utilizzando gli stessi schemi che l'hanno generata?
Nella domanda c'è il cuore del problema. Le ultime due decadi hanno visto il teorema neoliberista prendere il controllo dell'economia occidentale; e parallelamente, affermarsi il dominio assoluto dell'economia finanziaria virtuale su quella reale.
I rapporti di forza si sono invertiti, generando un capovolgimento degli schemi dell'economia di mercato. Ed in tutto questo sconvolgimento, gli Stati da controllori sono diventati controllati; ed in molti casi, prede succulente.

Il sistema si sta avvicinando alla linea di non ritorno. C'è bisogno di resettare tutto e ristabilire le gerarchie e le priorità:

  • -gli Stati sono "sovrani", in forza del mandato e degli interessi dei cittadini
  • -il mercato in nessun luogo è esente da regole 
  • -la finanza è uno strumento sotto-ordinato all'economia reale
  • -il governo del sistema monetario deve essere nella disponibilità del circuito democratico, e non di quello bancario.

Continuare a camminare sul sentiero attuale significa andare dritti verso un precipizio. Non sappiamo di preciso quando ce lo ritroveremo davanti ai piedi; ma sappiamo di sicuro che ci arriveremo: è solo questione dei tempo.
Meglio cambiare direzione...

Stay tuned





4 commenti:

  1. Il debito delle ex colonie africane, ha una storia molto molto diversa rispetto al debito greco, o italiano, che invece è stato fatto da governi democratici. E la Grecia volendo potrebbe dichiarare default, e rifiutare il debito(in buona parte l'ha già fatto, visto che sicuramente ci sarà una ristrutturazione nei confronti degli Hedge Fund, e altri creditori extra Ue), il problema è che se facesse default al 100% e decidessero di uscire dall'euro, si ritroverebbero senza più crediti, e l'economia della Grecia è troppo debole per andare avanti senza aiuti e finanziamenti!
    Senza credito, dovrebbero accontentarsi di un reddito pro/capite di 10, max 15 mila euro l'anno, insomma diventerebbero uno dei paesi più poveri d'Europa!

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    1. Il peccato originale è sempre lo stesso: la mancanza della sovranità monetaria. Se non lo si corregge si resta sempre impantanati. Ciao

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  2. Carissimo Peppe stiamo andando verso l'estinzione della razza umana, dotatissima di intelligenza e per nulla dotata di saggezza. Io avevo fatto un post l'anno scorso sul ritorno a Olduvai. Se vuoi lo trovi qui
    http://blog-condiviso.blogspot.com/2011/09/la-teoria-di-olduvai.html
    Il considerarci centro dell'universo e di poter confinare tutte le valutazioni di un sistema complesso come quello planetario solo basandoci sulla scienza triste (l'economia) ci sta portando alla follia.
    Gli umani estraggono risorse fuori da loro stessi (diversamente dagli altri animali) e nel farlo scavano il suolo terrestre, lo trasformano, usano l'acqua deviandola, e soprattutto nel fare questo lavoro DISSIPANO e trasformano (seconda legge termodinamica) in rifiuto. L'aria sta diventando un rifiuto, l'acqua lo è già diventata. Il NON VOLER COLLEGARE l'economia all'uso energetico delle risorse e all'uso sostenibile dell'ecosistema - LE TRE E - ci sta portando alla rovina. Il non voler uscire da un modello di "sviluppo" che l'unica cosa che sviluppa è l'accelerazione verso una fine sgradevole, ci rende veramente ciechi.
    Il tuo blog non è così inutile come scrivi tu...

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    1. Ciao Daniela, come vedi il blog l'ho dovuto un "pochino"(si fa per dire) trascurare.
      Quello che scrivi è verissimo. Le nostre vite sono legate ad un sistema in-sostenibile: per i rapporti sociali, per l'economia e per l'ambiente.

      La cosa più difficile non è comunicare queste verità (di per sè autoevidenti), bensì aprire la mente ai cittadini...

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