martedì 29 novembre 2011

La crisi del progetto Euro


Quella che sta attraversando l'Europa non è una crisi ciclica ordinaria; si tratta di una crisi che investe il sistema monetario, e non le singole politiche nazionali. Questo vuol dire che la gatta da pelare è molto complicata. 
Se cerchiamo di individuare l'innesco della crisi europea e la scena del delitto, non possiamo fare a meno di andare a guardare negli Stati Uniti d’America, sede delle grandi agenzie di rating, delle grandi banche d’affari, e terra dei suprime.

Cercando di procedere per ordine bisogna osservare che il focolaio della crisi di oggi si è acceso oltre oceano, ma l’Europa ha costruito
un sistema politico e economico unico al mondo per debolezza ed incapacità di risposta alle difficoltà finanziarie.


Oggi l'Europa risente da una parte della una crisi interna dovuta al debito pubblico eccessivo, e dall’altra soffre per la forte pressione proveniente dagli Stati Uniti.

Il problema dell’eccessivo indebitamento, che i singoli membri hanno contratto non solo per sostenere lo stato sociale, ma anche per sostenere i consumi negli anni dello sviluppo economico, si sta presentando oggi con tutta la sua potenza. Il problema, contrariamente a quanto si possa pensare, non è soltanto degli Stati mediterranei, ma investe anche gli Stati, come la Germania, che vengono considerati il motore dell’Europa. La Germania ha un debito pubblico simile a quello italiano, ma ha un tessuto economico che riesce a sostenere il proprio debito pubblico, non facendo scattare problemi di solvibilità. Bisogna tenere conto, però, che il Paese governato da Angela Merkel ha una produzione industriale che esporta principalmente nei Paesi Ue; il che significa che ad oggi l’economia tedesca è stata sostenuta per una parte consistente dal debito pubblico dei Paesi oggi in difficoltà.
Questo significa che la crisi attuale, da crisi-finanziaria quale oggi è, potrebbe diventare crisi-economica con una massiccia contrazione dei consumi.
Il cuore del problema che minaccia oggi l’intera area euro, e che origina ogni difficoltà, sia che provenga dagli Stati Uniti sia che si attribuisca ai bilanci disastrati dei singoli Paesi, è la costruzione di una moneta priva di direzione unitaria: e soprattutto priva di una Banca centrale che abbia veramente il ruolo completo di una banca centrale.
Ad oggi la Bce non può essere garante di ultima istanza, ma soprattutto non può stampare moneta: questo la rende “inferiore” rispetto alle altre banche centrali che stampano moneta e riescono a regolare, anche attraverso tale leva, l’inflazione. 
Piaccia o no alla Germania, l’emissione di stability bond avrebbe un impatto positivo sull’intera crisi finanziaria, perché si potrebbero emettere obbligazioni con un rating altissimo dovuto alla garanzia collettiva europea, in grado di fare fronte al mercato abbassando il costo per attingere alle risorse finanziarie.
Questa soluzione però mette in discussione la storica rigidità tedesca, insieme alla malcelata volontà di assoluta indipendenza decisionale di Berlino. Per non parlare della pretesa di dirigismo economico della UE.  
Allora ci troviamo davanti ad un problema cruciale: sono realmente disposte le Nazioni europee a cedere completamente la loro sovranità? Se idealmente il cammino intrapreso col Trattato di Lisbona farebbe pensare di sì, nei fatti e nelle difficoltà emerge sempre la spinta degli Stati a volersi tutelare autonomamente. La questione andrebbe affrontata seriamente coinvolgendo realmente i cittadini europei, e non bypassandoli come fatto finora grazie ai trattati approvati dai Parlamenti, o peggio, firmati dai governi.
Allo stato attuale, la natura tecnocratica dei vertici europei non tiene minimamente in  considerazione questi temi. Il peso decisionale pende sempre verso gli ambienti bancario-finanziari, che dettano l'agenda e le priorità. E che in buona sostanza sono i reggenti della UE. La stessa Bce è figlia di quegli ambienti vista la composizione della proprietà.
Il progetto europeo sta barcollando perchè è nato male; e soprattutto perchè ha posto come sua pietra miliare la moneta unica. Che se volete è stato come iniziare un'abitazione dal tetto...
La gravità della situazione adesso richiede una grande solidarietà, insieme alla rinuncia agli egoismi tattici. Va fronteggiata la tempesta che si sta abbattendo sulle nostre teste. Ma superata questa emergenza, va rivista completamente l'idea di Europa, e rifondata su una reale piattaforma democratica.
Diversamente, meglio lasciar perdere e tornare ad essere tutti amici...ma ognuno a casa propria.
Stay tuned

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