domenica 29 luglio 2012

All'origine della crisi: la teocrazia del Mercato


Nessuno lo conosce. Nessuno sa che faccia abbia. Nessuno ha mai sentito la sua voce. Nessuno ha mai potuto leggere un suo libro. E' ovunque, sa tutto, vede tutti ed è pronto a giudicare i tuoi peccati...
No, non è Dio...Ma per quel che ci riguarda potrebbe anche esserlo; in quanto, in base a come ce lo presentano, condiziona molto più direttamente le nostre vite di quanto non faccia il Padreterno.


Parliamo di Sua Maestà, o Santità (se preferite) il Mercato: questa divinità eterea, impersonale, che tutto muove e regola con la sua Invisible Hand. Questa mano pronta ad elargire ricchi doni a chi asseconda il suo volere, e implacabilmente decisa a punire chi non segue il suo Verbo.


Come ogni culto degno di tal nome, il Mercato ha i suoi luoghi di venerazione sacri, che per noi italiani è soprattutto la Borsa di Milano. Ed in quella sede, gli alti prelati ed interpreti del "mistero" del Mercato raccolgono il giudizio divino sui "terreni" affari.


In questi giorni lo abbiamo sentito nominare spesso: "Il Mercato giudica male gli accordi europei"; "il Mercato è preoccupato per il debito pubblico"; "Il Mercato chiede scelte forti e condivise sulla politica di risanamento". I latori del messaggio sono i "cardinali" delle Banche Centrali; mentre i "sinedri" che emanano i giudizi sui peccati dei governanti sono Moody's, Standard & Poors e Fitch.


Guai a chi osa bestemmiare mettendo in dubbio quanto sopra. La pena è la censura dei media, equivalente alla scomunica papalina.
Così si va avanti con la liturgia e la litania della crisi. E soprattutto con i rimedi che la fede nel Mercato prescrive ai suoi fedeli:purificazione, digiuno e sottomissione al divino. Che laicamente si traduce in:privatizzazioni, tagli alla spesa pubblica e aumento della tassazione sui redditi delle classi piccola e media.


La pantomima procede secondo copione, ed a tappe forzate. L'area Euro è sotto torchio da parte della speculazione d'oltre oceano e d'oltre Manica, dove qualcuno cerca di far saltare l'Euro prima che salti il Dollaro. E magari qualcun altro, più indietro, aspetta che saltino entrambi, per poi proporre una nuova valuta unica transatlantica, con un'unica Banca Centrale ed un'unica cabina di regia: ovviamente indipendente dal controllo degli Stati che la utilizzano...Certo non prima di aver spolpato per bene quanto di buono possono offrire...al Mercato.


E allora, mentre i gioielli di Stato come Eni e Finmeccanica sono sempre il bersaglio grosso nel mirino dei "custodi della fede " del Mercato, abbiamo già visto qui come tanti bocconi prelibati del nostro tessuto produttivo stiano facendo ciao ciao al tricolore.


Se si ragiona di uscita dalla moneta unica, è quasi istantanea la messa all'indice dal Tribunale della Santa Inquisizione, amministrato dall'ordine monastico degli "europeisti senza se e senza ma". 
Il concetto (e la parola stessa) di Sovranità è peggio di una bestemmia immonda, e guai a pronunciarla.


I rimedi alla crisi suggeriti dagli esegeti del Mercato, sono sempre e soltanto gli stessi: preghiere, digiuno ed offerte... cioè fiducia nella Trinità Ue-Bce-Fmi, tagli alla spesa pubblica+aumento tasse, iniezioni di liquidità "aggratiss" alle banche.


Nelle Dark Pools del "Vaticano della Finanza" globale, situata sulle sponde del Tamigi, il Mercato ha nelle sue invisible hands la sorte dei debiti sovrani europei. E ricattano indirettamente gli Stati, dettandone le politiche.
Quanto siano diventati grandi i mercati finanziari è difficile quantificarlo. Di certo hanno raggiunto dimensioni spropositate, relegando l'economia reale ad un ruolo marginale in termini di valore assoluto. Eppure è all'economia reale che si chiede il maggiore, o meglio, l'unico contributo per il riequilibrio dell'economia degli Stati.


La finanza detta le ricette, e le istituzioni finanziarie sovranazionali, come la Bce, eseguono le direttive. I risultati però scarseggiano. Prestare soldi alle banche a tassi d'interesse minimi, aumentando così la liquidità del sistema, non ha portato benessere e ristoro alle imprese ed alle famiglie: il credito rimane bloccato, ed il credit crunch è divenuta una sottaciuta realtà.


Un'ulteriore slancio l'ha invece ottenuta la speculazione che, grazie alle generose trasfusioni di euro made in Bce, di fatto ha alimentato un circolo vizioso. Come se si volesse curare una tossicodipendenza aumentando le dosi di droga: crisi greca docet.



Si tratta di una terapia per nulla originale. La Fed ha fatto lo stesso negli States negli ultimi tempi con i vari quantitative easing: ma i problemi sono sempre lì.


Allora siamo fermi, impantanati, bloccati sullo stesso punto: si può uscire dalla crisi utilizzando gli stessi schemi che l'hanno generata?
Nella domanda c'è il cuore del problema. Le ultime due decadi hanno visto il teorema neoliberista prendere il controllo dell'economia occidentale; e parallelamente, affermarsi il dominio assoluto dell'economia finanziaria virtuale su quella reale.
I rapporti di forza si sono invertiti, generando un capovolgimento degli schemi dell'economia di mercato. Ed in tutto questo sconvolgimento, gli Stati da controllori sono diventati controllati; ed in molti casi, prede succulente.


Il sistema si sta avvicinando alla linea di non ritorno. C'è bisogno di resettare tutto e ristabilire le gerarchie e le priorità:



  • gli Stati sono "sovrani", in forza del mandato e degli interessi dei cittadini
  • il mercato in nessun luogo è esente da regole 
  • la finanza è uno strumento sotto-ordinato all'economia reale
  • il governo del sistema monetario deve essere nella disponibilità del circuito democratico, e non di quello bancario.

Si tratta di una vera rivoluzione copernicana, e come tale si deve scontrare con la forza secolare della religione del Mercato: ovvero del dominio delle elite finanziarie globali. 

Speriamo solo che i tempi non siano gli stessi...

Stay tuned

5 commenti:

  1. Arguto, ironico, brillante articolo...è vero, il mercato è il nuovo Dio, con la sua trinità, i suoi dogmi e il suo tribunale di inquisizione...e, purtroppo, anche con il fardello di fatalismo immobilistico che genera.

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  2. Grazie Teresa.

    E' vero, il fatalismo immobilistico di cui parli è il risultato di questa specie di "fede religiosa".
    Ed è curioso notare come i suoi fedeli siano molto meno peccatori e portati alla trasgressione rispetto alle vere religioni...

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  3. il Mercato é semplicemente la somma delle opinioni dei suoi operatori. Se mi presentassi al mercato generale del mio Paese con le pesche a 4€ al kilo il "mercato" mi direbbe "no grazie". Solo perché le piazze finanziarie internazionali sono un mercato ampio e impalpabile ed esce dal tuo personale tangibile allora diventa "divinità" ? L'uomo ha dato l'etichetta di divinità a tutto ciò che non ha saputo spiegare, dal fuoco, ai mari, ai vulcani... poi man mano che la Scienza gli ha permesso di capire la reale origine di quelle cose ha ristretto la divinità al loro di "generatrice della vita" (forse in attesa di svelare anche questo mistero e svuotare definitivamente l'esigenza di avere delle divinità). In queste migliaia di anni il genere umano si é evoluto, ma tu sembri fermo a migliaia di anni fa: siccome non lo cpaisci e non riesci a circoscriverlo lo definisci "divinità".
    Era auspicabile che millenni di Storia ci avessero insegnato qualcosa

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  4. Ciao Germano.

    Se è come dici tu, e quindi il problema è l'incapacità di comprendere il Mercato, allora qui il problema non sono io: è la leadership occidentale tutta che non ha abbastanza "scienza" da governare proficuamente l'economia. Ma ci credi veramente...?

    Di fondo c'è che evidentemente hai letto il mio post di fretta e con poca attenzione, concentrandoti solo sulla metafora che ho usato.

    Ad ogni modo se asino sono, lo sono in ottima compagnia, visto quello che è successo dai Subprime in poi. Solo che io sono un povero ignorante neanderthaliano; i dirigenti della Lehman Brothers, della Aig, di Fanny Mae e Freddy Mac invece dovrebbero essere il fior fiore dell'esperienza millenaria evolutasi attraverso lo studio delle scienze economiche...E che t'hanno combinato 'sti geniacci...?!

    E che vogliamo dire di quei premi Nobel dei Ceo ed analysts di Deutsche Bank, Societè Generale, Dexia e via dicendo?
    Dall'alto della loro preparazione hanno inondato di prestiti i Pigs,drogando la loro economia. Si sono presi un rischio grosso, ma proprio grosso, nella speranza di fare affaroni.
    Però poi è successo che quelli non ce l'hanno fatta a pagare ed è successo il patatrack. Sono andati a piangere dai Governi, i quali hanno ripianato i loro conti ed appesantito i debiti sovrani statali...

    Adesso lanciano strali agli Stati perchè aggiustino i conti...Siccome non ce la fanno, nonostante il massacro a base di tasse e tagli allo stato sociale, chiedono aiuto alla Bce.

    Che fa la Bce?
    Ovviamente stampa denaro e dice alle banche: "Vi dò i soldi, voi sostenete le imprese e le famiglie per rilanciare la crescita economica".

    Loro lo fanno?
    Certo che no! Prendono il denaro in prestito all'1% ed acquistano i Titoli di Stato gonfiati dagli Spread in aumento: si chiama carry trade(non sono poi così ignorante...)

    In tutto questo c'è certamente una logica, caro Germano. Il Mercato, in mano a questa gente, è una gran bella presa per il culo!

    Dov'è il sostegno all'economia reale? Tutto ruota intorno alla finanza, che drena selvaggiamente ogni risorsa.

    Io non capirò granchè il Mercato, come dici tu. Ma chi ci riesce deve essere proprio un gran sòla...

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  5. Concordo con il post da cima a fondo. C'è però un aspetto che secondo me manca nel ragionamento, ovvero la divinizzazione del "Mercato" è fallace già in partenza perché il mitico "Mercato" non è un'entità sovrannaturale astratta bensì il "Mercato" è fatto da uomini in carne e ossa, da persone umane e l'uomo per sua stessa definizione è un essere che sbaglia, non è perfetto. Come si può divinizzare acriticamente degli esseri umani quando noi esseri umani siamo portati per nostra natura a errare?

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