lunedì 19 dicembre 2011

Monti & Draghi: le banche nel cuore

Pensioni, tasse sulla casa, aumento dell'Iva, aumento dei carburanti, tagli alla spesa sociale, botte di qua, mazzate di là. Il governo Monti sembra che non stia risparmiando nessuno dalla scure di una manovra finanziaria chiamata pomposamente "Salva Italia". Ma sarà vero? Ovviamente non è così.
 
Mettendo da parte i tagli ai costi della politica, necessari da un punto di vista pedagogico (per così dire), ma fondamentalmente irrilevanti in termini assoluti, risulta evidente la mancanza assoluta di provvedimenti su due aree fondamentali: banche e finanza.
Non è che la cosa ci sorprenda granchè; della provenienza e della storia di Monti se n'è parlato diffusamente. Da un uomo che deve la sua fama, la carriera e la fortuna al suo essere stato al servizio del sistema bancario-finanziario è difficile aspettarsi un approccio diverso al governo.

Non possiamo però fare a meno di evidenziare la mancanza assoluta di intervento su quelli che sono centri da cui si è originata la crisi economica attuale.
Anzi, per la verità le banche hanno potuto beneficiare di una serie di provvedimenti a loro molto favorevoli. Non è un caso, infatti, che gli unici a non strillare contro la manovra Monti siano state le banche. Infatti, non basta una mano per contare i provvedimenti della manovra che soddisfano appieno le richieste, più o meno palesi, delle banche.
Allora diamogli un'occhiata.

L’esecutivo presieduto da Mario Monti è stato il primo in Europa a prevedere una garanzia pubblica, fino al prossimo giugno, per le obbligazioni bancarie e altre passività degli istituti di credito. La norma avrà diversi effetti benefici per le banche, le quali potranno così dare alla Bce come collaterale i bond garantiti dallo Stato in cambio dei prestiti dell’Istituto centrale di Francoforte; inoltre, con la garanzia sarà più facile attingere al mercato dei prestiti interbancari. 

Il maggior ricorso alla moneta elettronica, al posto del contante, era da tempo invocata dall’Abi, l’associazione delle banche, che stima in complessivi 10 miliardi i costi in meno per le banche derivanti dal minor ricorso al contante. Non solo. Nell’aumento dell’imposta di bollo per i conti correnti c’è un dettaglio che ha soddisfatto le banche: l’imposta è estesa anche ai conti postali, che prima erano esenti.

Ma le buone notizie per le banche non si limitano solo ai provvedimenti presi a Palazzo Chigi
Anche all'Eurotower, regno dell'altro Mario (Draghi), ci si è prodigati a favore del settore. La Bce si è infatti impegnata a offrire alle banche linee di liquidità per 36 mesi all’1%; la prima asta si terrà domani. Questi finanziamenti devono essere garantiti da collaterale, ma la Bce accetta tutti i titoli sovrani (non solo italiani, ma anche greci e irlandesi) e perfino mutui. Grazie a queste linee di credito, le banche hanno i profitti pressoché assicurati: possono prendere a prestito per tre anni dalla Bce all’1% e investire in titoli di stato italiani con la stessa durata al 6%, titoli che poi danno in garanzia alla Bce. Insomma, possono guadagnare il 5% senza assumersi alcun rischio.

Ma non finisce qui: gli istituti di credito possono ottenere liquidità anche dalle loro banche nazionali offrendo a garanzia quei prestiti iscritti nel loro bilancio che non sono accettati nelle operazioni con Francoforte. Quanto possano essere valide queste garanzie lo lascio giudicare a voi. 

La scusa con la quale vengono giustificati questi provvedimenti è il potenziamento della liquidità bancaria per sostenere gli Stati ed il credito alle imprese. Nella realtà la stretta creditizia delle banche è già in atto, ed il famigerato credit crunch è una prospettiva assolutamente realistica per il 2012.
Niente di nuovo rispetto allo schema già visto negli Usa all'indomani del mega salvataggio messo in campo da Paulson: ad oggi si parla di 7.000 miliardi di dollari (contro i 700 annunciati ufficialmente) letteralmente regalati alle banche. Senza che esse rinunciassero al moral hazard che le aveva portate al collasso. 

Non solo la Storia, ma anche quello che è successo ieri l'altro, sembra non insegnarci niente. E chi non impara dalla Storia è destinato a commettere gli stessi errori.

Stay tuned



4 commenti:

  1. Proprio così. I due Mario sono gli "eroi" del momento, quelli che percorrono con cinico sorriso gli ultimi metri del percorso obbligato, della loro cattiva strada che ci viene imposta come ineluttabile contingenza. Le lodi della politica al loro operare sono la ciliegina sulla torta. Queste istituzioni non sono più riformabili, vanno semplicemente ricostruite da zero.

    Alberto Conti

    RispondiElimina
  2. Ciao Alberto.
    Non posso che condividere, ormai c'è ben poco da riformare. Il sistema andrebbe resettato. Ma per poterlo fare ci sarebbe prima bisogno di una seria ed informata presa di coscienza da parte del maggior numero possibile di cittadini: e qui la vedo dura,molto dura.

    RispondiElimina
  3. Bisogna trovare il pulsante del " reset " edanche in fretta.

    Tanti Auguri di Buone Feste, serene e colme di felicità

    RispondiElimina
  4. Se saremo in molti a cercarlo magari ci riusciremo un giorno.

    Tanti auguri anche te, di cuore.

    RispondiElimina