lunedì 29 ottobre 2012

I numeri "inquietanti" dell'economia tedesca

La parola Europa ed il numero 2012 sono accumunate, anzi, legate da una sola parola: crisi.
In questo anno ne abbiamo viste di tutti i colori. Ma quello che si è distinto di più è stato il rosso dei conti dell'economia europea. 
Grecia, Spagna, Portogallo i paesi maggiormente soggetti a tensione. Ed a ruota Italia e Francia, che si apprestano ad entrare nell'occhio del ciclone.

In tutto questo marasma c'è una Nazione che fa eccezione; anzi, a giudicare da certi numeri fà sensazione.
Ovviamente parlo della Germania...


Handelsblatt ci fa sapere che a Berlino prevedono, per quest'anno, un gettito fiscale maggiore di 6/7 miliardi di euro. E non solo: entro il 2017 le entrate fiscali dello Stato potrebbero anche aumentare di circa 100 miliardi di euro.

Ma non è tutto qui. Le esportazioni sono cresciute del 5,5% rispetto all'anno scorso, per un volume totale di 734 miliardi di euro. 
Per finire, e porre fine allo strazio della lettura di questi numeri, eccovi l'ultima mazzata...
Secondo i dati diffusi oggi dalla Banca centrale tedesca, il patrimonio complessivo privato dei tedeschi ha raggiunto il record di 4.811 miliardi di Euro; nell'ultimo trimestre è cresciuto di altri 39 miliardi di euro.

Secondo voi è normale che nel bel mezzo di una recessione globale, di cui l'Europa è la principale vittima, la Germania acceleri piuttosto che rallentare? 
Già mi sembra di sentire qualcuno dire: "Eh, ma in Germania hanno fatto le riforme, hanno aumentato la produzione e la competitività...". Il che è anche vero. Ma la più grande riforma l'hanno fatta con l'aiuto degli altri Paesi europei; e risponde al nome di moneta unica.

Con quest'ultima Berlino ha risolto due grandi problemi: la competizione interna europea fatta attraverso le svalutazioni competitive, ed il peso del Marco forte. Dopodichè, bloccata la concorrenza europea, il passo successivo è stato l'attacco al contenimento dell'inflazione. Che, detto così, sembrerebbe anche una gran bella cosa...

In realtà l'azione principale è stata svolta sui salari. Molti pensano che in Germania si stia molto meglio che in Italia, e che tutti guadagnino più degli italiani. Non è affatto vero. La forza e la competitività della Germania è stata costruita sul contenimento degli stipendi. Nel post precedente abbiamo visto qual è la realtà del mercato del lavoro tedesco. I mini-job a 400 euro al mese non sono un orizzonte roseo...

Ora il problema è che la moneta unica ha cristallizzato le posizioni, e reso più resistenti le forze e le debolezze (allo stesso tempo) delle economie nazionali dei soci del "Club Europa".
Se la ricchezza del vecchio continente fosse una coperta, oggi sarebbe molto corta; e le braccia più forti quelle della Germania. Ed indovinate un pò chi è che rimane più scoperto...

Le statistiche tedesche diffuse oggi sono una beffa estremamente amara. Se perfino Handelsblatt si azzarda a definirle "quasi inquietanti", vuol dire che stiamo raggiungendo il culmine del paradosso.

Quanto potrà durare?

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