lunedì 13 febbraio 2012

Che tristezza! Grecia? No, Whitney Houston...

Strano posto il mondo. E strani posti le piazze.


 In Egitto, Siria, Marocco ed Iran quando la gente scende per strada contro i loro governi, la stampa occidentale è tutto un ribollire di slanci di solidarietà verso gli aneliti di giustizia di quelle genti. Per chi non ha la democrazia, e cerca di rivendicarla per migliorare la propria condizione, si giustifica persino la mobilitazione degli eserciti Nato.
Per chi la democrazia ce l'ha, ed è anche nella Nato, ma scende in piazza contro il proprio governo e la finanza globale, invece vanno bene le manganellate: sono black bloc...



Poi ci sono le piazze virtuali.


Oggi sui social network impazza il cordoglio per la morte prematura di Whitney Houston; una cantante dall'immenso talento, incapace di reggere la pressione che lo show-business esercitava sulla sua vita.
Il popolo greco invece sta soccombendo alla pressione degli interessi del financial-business internazionale: ma di cordoglio se ne vede poco. E su Facebook e Twitter, termometri degli interessi della gente, il disastro greco vale molto poco.


Adesso entrare nel merito della vicenda greca non mi va, non me la sento. Sulle cause e le responsabilità di quello che succede ad Atene, di parole ne ho messe in fila già tante: valga questo
Oggi mi preoccupa di più l'indifferenza di fondo con la quale gli italiani guardano piazza Syntagma. E' a quattro passi, vive un dramma in cui tutti potremmo immedesimarci, eppure sembrano un Paese ed una civiltà lontani...manco fosse la Cina.


Saranno stati il freddo e la neve a raffreddare la nostra attenzione e solidarietà? O forse abbiamo esaurito lo sconcerto nazionale con il naufragio della Costa Concordia? O, ancora, siamo troppo ebbri del "successo" di Monti nella visita a Wall Street? Adesso abbiamo anche il lutto per la morte della cantante bella, brava e dannata...(che riposi in pace).


Forza ragazzi, mettete un altro link a "I will always love you" e qualche spezzone di "Bodyguard": il mondo così sarà un luogo migliore!


Stay tuned



10 commenti:

  1. Sono dei miliardi
    i nuovi mondi pronti
    sono lì associati
    agl'incavi e ai denti
    di tintinnanti chiavi
    siamo noi gli attesi
    incerti foschi titubanti
    voltati verso loschi ostelli
    di quelle fresche stanze
    ce n'è per tutti i sogni
    e ancora più per i risvegli
    da spaventosi incubi
    bisognerebbe entrare
    salire ai piani accomodarsi
    la sera scendere in salone
    a onorare la cena conviviale
    non facciamoci sviare
    da pochi direttori ingordi
    e dai loro facchini abietti
    sempre smaniosi di lucrare
    il prezzo da pagare netto
    è tagliato su misura
    non su individuali redditi
    ma su un enorme gettito
    di speranze da premiare
    questo l'ho sentito dire
    al figlio dall'albergatore
    un tale gran signore
    che ama farsi intravedere
    talvolta curandosi del giardino.

    Marco Sclarandis

    RispondiElimina
  2. Beh, il primo commento in poesia sul mio blog vale un plauso speciale; anche se non sono sicuro di averne colto perfettamente il messaggio.
    Appena ho un pò di tempo mi concentro e leggo con la calma e l'attenzione che merita.
    Grazie Marco,
    saluti.

    RispondiElimina
  3. Credo, Peppe, che in ogni momento la differenza tra Paradiso e Inferno stia nella direzione verso cui vanno le nostre azioni e nella successiva scelta.
    Solo pochi si fermano ad osservare in quale direzione stanno agendo e alcuni di questi scelgono comunque quello che ritengono sia il Paradiso per sè stessi pur sapendo che ciò produrrà l'Inferno per innumerevoli altri.
    Io credo ad ogni modo che tutti noi si stia dentro un Purgatorio talmente variopinto che a volte rinunciamo a capire dove realmente stiamo e se sia possibile scambiarci di posto.
    E infine ritengo che l'Inferno sia vuoto perchè sono tutti stati invitati in Paradiso a rappresentare tutte le malvagità possibili a beneficio dei beati che potrebbero annoiarsi e meditare quindi di compiere quelle stesse malvagità in un luogo dove sono proibite.
    Qualcuno vuole comunque provare l'ebbrezza del male puro, vero, ed irrimediabile e per lui l'Inferno diventa allora necessario.
    Vuoi farlo star male negandogli l'ingresso?

    Un saluto colmo di perfida ma innocua ironia.

    Marco Sclarandis

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non mi azzarderei mai a negare niente a nessuno, hehehe...

      Visione affascinante la tua. La prima parte è un'esperienza rintracciabile da ognuno di noi, e quindi estremamente empirica. La seconda parte è più filosofica e personale, ma anche più "visionariamente" originale.
      Mio caro Marco, sei un gran personaggio.

      Un saluto colmo di simpatia.

      Elimina
  4. Bravo, giustissime considerazioni, fermo restando il cordoglio per la grande Whitney.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assolutamente...
      La Houston è stata solo un pretesto per evidenziare l'indifferenza/distrazione dei più verso il dramma greco.

      Ciao e grazie

      Elimina
  5. Ciao Peppe. Una considerazione che ho fatto anche io, seppure mi dispiaccia che una bellissima voce sia svanita (a pochi mesi da un'altra voce stupenda e ancora più giovane come Amy Winehouse, Etta James, morta nel gennaio appen ascorso, perlomeno aveva oltre settant'anni).
    Ma è un atteggiamento tipico degli esseri umani, come ricorda Jerome Bruner, psicologo statunitense che io ho brevemente citato nel mio post

    http://blog-condiviso.blogspot.com/2011/08/coscienza-collettiva.html

    ovvero se esiste un pericolo percepito, l'essere umano cerca di rifugiarsi in una sfera individuale dove far precipitare l'ansia a livelli accettabili.
    Cosa c'è di meglio che scambiare inutili e ripetitivi/ossessivi messaggi - magari su social network che consentono l'approfondimento zero - su una star morta in modo cruento?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Daniela.
      Che dire, hai ragione...Però così, purtroppo, non ne usciremo mai.

      Elimina
    2. Ciao Peppe. Io sono convinta che avendo presente questa "intrinseca" difficoltà umana invece si possa e si debba superare.

      Elimina
    3. Se qualcuno trova un modo efficace per farlo, non potrei che esserne felice. Ma non la vedo così semplice...

      Un abbraccio

      Elimina