Quando l'aria si fa brutta e pesante, quando i conti non tornano, il Corriere della Sera li chiama come se fossero l'A-Team. Loro sono l'A-G team, il mitico duo Alesina&Giavazzi.
Nel loro ultimo editoriale, i due economisti fanno sfoggio del loro miglior arsenale di armi anti crisi. Che poi si risolve essenzialmente nella aggressiva promozione del loro cannone al plasma: le privatizzazioni.
"Ciò che ci impedisce di ridurre le tasse - aumenteranno di 1,2 miliardi di euro nel 2014 - non è il deficit, ma il debito che continua a crescere. Alla fine dell’anno raggiungerà il 133% del Prodotto interno lordo (Pil), trenta punti in più in un decennio. Nonostante i tassi siano molto bassi, oggi spendiamo 85 miliardi l’anno per gli interessi, il 5,4 per cento del Pil. Ma prima o poi i tassi aumenteranno: sia perché saliranno i tassi americani, sia perché il nostro spread si allargherebbe di nuovo se gli investitori si preoccupassero di un debito troppo elevato. È indispensabile quindi farlo scendere, allontanandoci da una soglia di guardia che preoccupa gli investitori e ci espone al rischio che un giorno i mercati possano rifiutarsi di sottoscrivere i titoli emessi dallo Stato. "
In poche righe è sintetizzato tutto il pensiero liberal-dominante.
"Ci sono due modi per ridurre il debito: tassare la ricchezza privata mediante un’imposta patrimoniale (che dovrebbe essere assai elevata per ridurre significativamente il debito), oppure ridurre lo spazio che lo Stato occupa nell’economia privatizzando imprese e vendendo immobili. A noi pare che la seconda sia la strada da seguire dato il vasto spazio che Stato e amministrazioni pubbliche occupano nella nostra economia. "
Siccome gli italiani ricordano benissimo che fine ingloriosa hanno fatto le privatizzazioni messe in campo negli anni '90, A&G team ci tiene a precisare:
"Si cita spesso Telecom Italia come esempio di una privatizzazione fallita. Ma di chi è stata la colpa? Certamente dei privati, in primis di Roberto Colaninno, che hanno acquistato Telecom a debito e trasferito quei debiti sull’azienda, affossandola. Ma come è potuto accadere? Chi lo consentì? "
Insomma, è stato un incidente dovuto alla malapolitica:
"Il governo di allora, presieduto da Massimo D’Alema, non si chiese quali sarebbero state le conseguenze industriali dell’Opa (Offerta pubblica di acquisto). Avrebbe potuto intervenire, usando il pacchetto di azioni - piccolo ma determinante - ancora possedute dal ministero dell’Economia (perplesso sull’Opa), decise però di non farlo. "
Certo, la colpa fu della politica che non seppe controllare il privato...Aspettate un pò: ma questi non erano quelli che "lo Stato deve rimanere fuori dal Mercato"?
Allora, se la cantilena non dovesse smuovere più di tanto il lettore, allora ecco che fanno leva sul terrore dell'onesto contribuente:
"Se davvero privatizzare è tanto difficile, rimane solo una strada per ridurre il debito: tassare i contribuenti onesti. Intanto i ricchi, preoccupati dalla possibilità che la loro ricchezza venga colpita da una patrimoniale una tantum , l’avranno già nascosta all’estero. "
Quindi, per evitare che i nostri concittadini nascondano all'estero il loro denaro, bisogna privatizzare il meglio della nostra industria; e fanno il loro elenco: Eni, Enel, Terna, Finmeccanica, Fincantieri, Poste Italiane, Sace, ST Microelectronics.
Mica stiamo parlando di aziende sull'orlo del fallimento come Alitalia? Si tratta di aziende con i conti a posto, proiettate all'estero ed estremamente competitive.
Ma poi chi dovrebbe acquistarle queste aziende? Imprenditori italiani? Si fa fatica a vederli...Allora è evidente che, come successo per tutte le altre acquisizioni di marchi italiani, ad entrare in gioco sono capitali stranieri.
Risultato: per evitare, come dicono A&G che qualche paperone porti il malloppo fuori dall'Italia, bisogna portare il controllo della ricchezza industriale italiana fuori dall'Italia. Geniale no?!
Ovviamente nessun accenno al problema della camicia di forza monetaria in cui siamo costretti da Euro e Bce, al fatto che dopo Maastricht è iniziato lo smantellamento manufatturiero italiano, dall'industria all'agricoltura. Nessun accenno alla finanziarizzazione dell'economia, al ruolo delle banche, all'oppressione regolamentare-burocratica-fiscale dello Stato.
A&G si occupano solo di fare moral suasion su politici ed elettori, per perorare gli interessi di un establishment internazionale che neanche lontanamente ha a cuore gli interessi di crescita del sistema-Italia; ma che ha bensì come obiettivo quello di depredare la nostra economia.
La cosa triste è che ci stanno riuscendo bene.
Stay tuned
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