Avevamo capito che lo spread era il campanellino, pronto a suonare per avvisarci che bisognava mettere mano al portafoglio e tamponare qualche buco. Sale lo spread? "Riforme strutturali", tagli, tasse, governi nazi ecc.
Adesso, però, il Monte dei Paschi rivela un buco miliardario ("Ma quali 14 miliardi?" Tuonava Profumo a Grillo. Infatti sono 17)
Saremo guariti? Forse lo spread non significa oramai più nulla, i nostri problemi son risolti, il debito ricomprato e quindi ora non dobbiamo più temere quel fatidico numeretto. Oppure... oppure il fatidico numeretto non ha mai misurato un bel nulla in realtà: era solo lo strumento della shock economy, attraverso il quale ci è stata fatta ingerire a forza l'austerità del governo "sobrio".
Così, qual è ora il destino dello spread? Tornare nel cassetto della Storia? Forse, ma è lecito temere che in quel cassetto sia destinato a restarci poco.
Ci sono le elezioni tra meno di un mese. E dopo le elezioni si dovrà fare un governo. Non certo un governo che piaccia a noi, quando mai, mica vige la democrazia qui: un governo che piaccia all'EU e ai soliti mandanti finanziari internazionali.
L'ha minacciato Monti proprio ieri, "Una nuova manovra? Dipende da come andrà il voto". Se non votate come vuole lui e i suoi compagni di merende, vi beccate una nuova manovra lacrime e sangue.
In quel caso, lo spread sarà rispolverato e tornerà utile per terrorizzarci di nuovo. Mi aspetto uno spread a 500 subito dopo le elezioni, onde forzare un governo d'emergenza mappazzone "a salvarci dal baratro" per la seconda volta.
Un baratro finto, ma noi siamo ben addestrati a credere alle frottole.
*Debora Billi
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