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martedì 20 marzo 2012

La credibilità italiana taroccata

Italian way of life. Made in Italy. Italian fashion. 
Ovunque voi andiate in giro per il mondo, queste sono le più comuni definizioni che identificano tutto ciò che è italiano. Racchiuse in queste poche parole inglesi c'è tutto il fascino della nostra Nazione; un fascino ed un'ammirazione che ci fanno essere presenti in tutti gli angoli del globo terraqueo.

Le eccellenze più sfavillanti sono ovviamente la moda e le auto sportive. In tutto il mondo un abito Armani, Valentino, Dolce&Gabbana etc è sinonimo di eleganza e distintività; così come per ogni uomo il sogno a quattro ruote è una Ferrari rosso fiammante, piuttosto che una "brutale" Lamborghini o una raffinatissima Maserati.

Ma mentre l'alta moda e le supercar tricolori sono spesso e volentieri solo sogni per la maggior parte degli esseri umani, c'è un'altra voce di successo del Made in Italy che si propone in maniera molto più accessibile e popolare: l'agroalimentare.

Vino, formaggio, olio, salumi, pasta, latticini sono le fondamenta su cui poggia la cucina più apprezzata e diffusa al mondo. E da anni ormai, rappresentano lo zoccolo duro delle esportazioni italiane. L'agroalimentare è l'unico settore produttivo a registrare un trend positivo costante, contribuendo ad aggiustare la nostra bilancia commerciale.
Tanto per capirci, il volume dell'export agroalimentare nel 2011 ha registrato 30 miliardi; il settore automobilistico 25 miliardi; per la moda 26 miliardi.


Fatta questa premessa, quante volte avete sentito uscire dalla bocca di Mario Monti la parola "agricoltura"? Io mai. E riguardo allo sconosciuto (ai più) ministro delle Politiche Agricole, ne ricordate una sola dichiarazione? L'unica volta in cui si è menzionato il settore primario lo si è fatto male, ma proprio male: il ministro per l'Ambiente Clini si è dichiarato favorevole agli Ogm. Ed ho detto tutto...


Oggi al centro dell'agenda del Governo c'è la riforma del Lavoro. L'agricoltura impiega 1.200.000 lavoratori, ma ai tavoli della Fornero non se ne ha notizia.
Però il nostro Ministro Passera ci parla di sostegno allo sviluppo, alla crescita ed alla internazionalizzazione delle nostre imprese. E quale modo migliore di manifestare questo impegno se non mandare avanti l'Agenzia statale Simest(di cui ho già scritto). Come? Ma semplice: finanzia le aziende agroalimentari che:


- aprono stabilimenti all'estero
- producono alimenti con materie prime del posto, e quindi non italiane
- vendono in tutto il mondo quei prodotti, spacciandoli per italiani


In pratica il Governo finanzia con denaro pubblico un vero e proprio taroccamento, chiamato in gergo "Italian sounding". Non male come sostegno al Made in Italy...
Coldiretti calcola che nel mondo questo fenomeno vale almeno 30 miliardi, cioè quanto l'intero export di prodotti realmente italiani.


La tutela del Made in Italy agricolo, sempre secondo uno studio della Coldiretti, produrrebbe qualcosa come 300.000 nuovi posti di lavoro. E, fate attenzione, consentirebbe di recuperare 100 (dico CENTO) miliardi di fatturato! 


A fronte di ciò, il nostro governo di cervelloni tecnici ha pensato bene di regalare agli agricoltori una stangata chiamata IMU; che, si badi bene, non riguarda solo l'abitazione (sulla quale nessuno ha da ridire), ma colpisce terreni e pertinenze agricole: capannoni, stalle, locali di trasformazione dei prodotti etc.
Non è ancora chiara l'entità della misura, ma secondo stime verosimili gli aumenti per le imprese potrebbero arrivare al 300%. No, non avete letto male, è TRECENTO...
Cioè, chi ha terreni agricoli sui quali lavora ed investe per produrre reddito quotidianamente viene stangato; alla faccia di chi invece acquista terreni e li tiene incolti, mantenendone il possesso solo in attesa della variazione dei Piani Regolatori: quando qualche amico li renderà edificabili...Insomma, chi fa speculazione e rendita


Se questo è il modo con cui si prepara la famosa "fase 2", ovvero la crescita dopo il riordino dei conti, allora stiamo proprio freschi. 
Però adesso con Monti siamo più credibili all'estero, dice. Certo: credibili come i nostri prodotti taroccati con fondi pubblici...


Stay tuned






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