In questo blog si parla tantissimo di crisi finanziaria,di crisi sistemica,di sfasamento monetario,di banche che dovrebbero fallire e di una classe politica che è assolutamente incapace di affrontare uno solo di questi problemi.
Insomma tutte questioni che erano più o meno al centro della manifestazione di sabato scorso a Roma.
Sappiamo benissimo come è andata a finire.Ma soprattutto abbiamo potuto verificare per l'ennesima volta che il messaggio che sottendeva la manifestazione si è volatilizzato e disperso tra il fuoco dei cassonetti incendiati,i sanpietrini volanti e le cariche delle forze dell'ordine.Il solito "macello" da cui non può mai uscire niente di chiaro,preciso o vagamente intellegibile per il tipico italiano medio:quello che vede e capisce(si fa per dire)il mondo che lo circonda,attraverso le immagini e le parole della televisione.
Le mie impressioni non nascono da un'indagine sociologica,nè da qualsiasi cosa che possa essere un elaborato meccanismo di indagine scientifica.
Sono piuttosto il risultato di un tipo di indagine empirica infallibile:le chiacchiere da bar...Perchè se volete capire quello che passa per la testa dell'italiano medio di cui parlavo sopra,non avete altra strada se non scendere in...strada.
E' lì che trovate la rielaborazione di tutto quello che l'informazione lancia alla gente attraverso l'etere.Ed è lì che capite dove tira il vento.
E per le ragioni e le aspettative di chi ha ideato ed aderito pacificamente al corteo di sabato,il vento non è buono.E non perchè la gente comune non sia d'accordo con loro;ma perchè semplicemente non ha capito una "mazza" di cosa volevano.
Negli occhi della "maggioranza silenziosa" sono rimaste le immagini delle vetrine distrutte,della statua della Madonna fatta a pezzi,del mezzo dei Carabinieri incendiato e del ragazzo che "voleva-spegnere-un-incendio-lanciando-un-estintore".
Di tutto il resto non c'è traccia.
Nelle ultime 72 ore,in rete ho letto ogni sorta di ragionamento sulle ragioni degli scontri,sulla giustificazione della violenza che nasce dalla disperazione;sulla eticità della violenza;sulla disperazione dei giovani ed il loro grido di dolore.
Considerazioni molto acute e ben argomentate,ma che hanno secondo me un grave difetto:danno per certa l'esistenza di una maggioranza di giovani che conosce le ragioni e l'origine dei loro problemi.Ed ancora di più,un forte interesse a voler cambiare il sistema.
Non so voi,ma io nel mio piccolo ho provato a verificare il polso dei giovani nel luogo privilegiato dove intercettarli:Facebook.
E,guarda un pò,le reazioni ed il "sentiment" sono molto più simili allo "spaccato da bar" che alla descrizione romantica degli intellettuali "rivoluzionari e barricaderi" in pensione.
Io abito in una piccola provincia meridionale,con tutti i problemi che il meridione si porta tristemente dietro,con l'eccezione(per fortuna)della criminalità organizzata;il problema sovrano è ovviamente la disoccupazione.Quindi è il terreno perfetto su cui dovrebbe attecchire la rabbia e la voglia di ribellione dei giovani.
Invece quello che vedo io è un'altra cosa:l'apatia.
La stragrande maggioranza di loro è immersa in una dolce ed ovattata indifferenza benevola verso quello che il mondo prepara per il loro.La mancanza di orizzonte per il loro futuro sembra una nebbia momentanea,un qualcosa di scocciante ma che è destinato a sparire da solo,senza che loro facciano niente.
La loro aspirazione non è "realizzarsi",ma realizzare una capacità di "consumo".Il loro modello di vita ed il loro codice comportamentale è come un sistema operativo già installato nel loro cervello da bambini:downlodato naturalmente dalla tv.
I ragazzi che "formattano" la loro mente,cercando di seguire un percorso diverso,sono visti come "diversi".Sono quelli che studiano,che si informano e che provano a far ascoltare la loro voce fuori dal coro.E che magari provano inutile e stupido "vestirsi" dei simboli politici ed ideologici della gioventù dei loro genitori:fallita e bocciata dalla storia.
Questa è una minoranza che è conscia di esserlo.Che è scesa per strada sabato,ben sapendo che la maggior parte di quelli che camminavano con loro era lì senza sapere bene perchè.Ma erano contentissimi di farlo.
Quelli che hanno devastato le strade erano teste di cazzo pure e semplici.Di quelle che frequentano i gruppi ultrà che amano rivestire la loro stupidità di rivendicazioni politico-ideologiche estremiste,di destra e sinistra.
Figli sì di un degrado sociale e culturale;ma che dalla loro violenza non fanno scaturire nessuna rivendicazione.Sono teste di cazzo e basta!
Gli intellettuali che sognano di vedere il mondo risollevarsi con questa gente stanno facendo un enorme buco nell'acqua.
Come sempre,la strada che porta ad una società più giusta è molto più lunga;e si percorre solo a cavallo della cultura e dell'informazione libera.Le scorciatoie non esistono.E quelle che vengono spacciate come tali,sono soltanto deviazioni che portano ancora più lontano.
Purtroppo però,la "tempesta perfetta" si avvicina sempre di più.E quello che si lascerà dietro rischia di essere desolazione e basta.
Stay tuned
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