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venerdì 21 ottobre 2011

Bankitalia:la "partenogenesi" del governatore Visco

La Banca d'Italia ha il suo nuovo governatore:tal Ignazio Visco.Non me ne voglia il nuovo reggente di palazzo Koch,ma immagino che il 99,9% degli italiani ne ignorasse fino a ieri l'esistenza.Non che gli altri "candidati" a quella poltrona avessero un particolare profilo di popolarità,ci mancherebbe.
Ad ogni modo,la nomina di Visco ha raccolto consensi quasi unanimi nel mondo della politica e della finanza.Gli unici scontenti sembra che siano i leghisti,a cui la napoletanità del nuovo governatore non appare un titolo di merito adeguato.

Ora,siccome conosciamo benissimo l'affidabilità del giudizio e la lungimiranza della nostra classe dirigente politica...c'è di che essere preoccupati.
Lasciando da parte le battute(che poi sono tali fino a un certo punto),quello che lascia perplessi è tutto il meccanismo che sta dietro a questa nomina.

La Banca d'Italia ha un ruolo importantissimo,e le sue funzioni non sono meno importanti per la vita della Nazione,di quanto lo siano le attribuzioni del Ministero del Tesoro.Del resto,la gestione della politica monetaria(che però oggi svolge all'interno della Banca Centrale Europea),la supervisione del settore bancario ed il controllo del mercato all'ingrosso dei Titoli di Stato,sono compiti centrali per la gestione di un sistema economico statale.

Detto dell'importanza delle funzioni di Bankitalia,il potere di nomina da parte del Presidente del Consiglio farebbe pensare ad un normalissimo rapporto di subordinazione di quell'ente al processo democratico.Cioè la dipendenza della Banca Centrale dalla volontà del Parlamento e del Governo.
Ed invece non c'è niente di più lontano dalla realtà.Perchè la Banca d'Italia è sì un istituto di diritto pubblico,ma la proprietà è per più del 90% privata;ed i privati che la possiedono sono banche...

Visto che negli anni lo Stato(o per meglio dire il Parlamento)ha via via allentato,fino a farlo scomparire,il suo potere di controllo sulla Banca Centrale,abbiamo la seguente situazione:
Banca d'Italia gestisce l'offerta di moneta e controlla le banche italiane > le banche italiane gestiscono il credito degli italiani  > le banche italiane sono proprietarie della Banca d'Italia.

Insomma,il controllato possiede il controllore.In qualsiasi campo questo si chiamerebbe conflitto d'interessi...E pure molto grosso,direi.

In un mondo perfettamente etico,dove tutto funziona nell'interesse esclusivo della collettività questo potrebbe anche lontanamente avere un senso:allontanare la politica dalla gestione clientelare di uno strumento fondamentale come la moneta.
Ma qui abbiamo un grosso problema.La crisi profonda in cui è crollata l'economia occidentale,ha visto il sistema bancario al centro della sua genesi.Dai sub-prime ai Cdo,con in mezzo tutte le più astruse e complesse diavolerie finanziarie,le banche di tutto l'Occidente si sono riempite di toxic assets.Col risultato che gli Stati,per non mandarle alla malora,hanno dovuto ripianare i loro debiti con centinaia di miliardi pubblici.

Sebbene le banche italiane si siano meno esposte con questi azzardi finanziari,il problema è stato importante lo stesso.Soprattutto se si considera che le banche italiane più spericolate(sebbene più prudenti al confronto delle americane,inglesi,tedesche etc)risultano essere quelle con la maggiore quota azionaria di Bankitalia.

Quindi esiste un problema di controllo.Problema che è costato ai contribuenti una vagonata di euro.Il buon senso consiglierebbe di riprendere una forma di controllo signiuficativa su Palazzo Koch,dal momento che i fatti hanno dimostrato che il problema esiste.

E' per questo che trovo assolutamente inopportuno il coro di approvazione per la nomina di Visco.Il problema non è la sua competenza,ma la sua provenienza:è interno alla Banca d'Italia,e completamente affiliato alle logiche interne del sistema bancario.Sistema che abbiamo visto essere viziato da un grave conflitto di interessi.

La politica come al solito questi problemi non se li pone minimamente.Gli basta dare l'impressione di avere il controllo della situazione e delle dinamiche che governano il sistema economico.
Nella realtà,il controllo è ridotto ad un simulacro di potere e di sovranità.

La nomina di Visco ne è in questo senso la prova evidente.Berlusconi avrebbe potuto scegliere uno qualsiasi dalla rosa dei papabili in corsa,e non sarebbe cambiato niente:erano tutti alti dirigenti al vertice di Palazzo Koch.

Il vertice di Bankitalia si riproduce per partenogenesi,senza il bisogno della fecondazione della politica.Forse è per questo che è ormai appellata sempre come la "casta":non se la fila più nessuno...




Stay tuned


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