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sabato 23 luglio 2011

Lo show business politico



La crisi economica globale è ormai argomento di diffusa discussione.Ultimamente nei media riesce perfino ad imporsi ogni tanto alla cronaca gialla e nera...Quando si parla delle sue cause si tende a concentrare l'attenzione sui fenomeni di natura puramente economicistica e legati a fattori come il debito pubblico,la competitività,le questioni monetarie,i titoli di Stato ed i loro spread, l'inflazione,i derivati ​​finanziari,i credit default swaps ecc...Il che è anche vero,ma non esaurisce il campo delle responsabiltà
Anche la politica ha un impatto importante sulle vicende economico-finanziarie,così come ogni evoluzione del mercato e delle sue dinamiche.In maniera timida si inizia a sentire qualche lamento sulla scarsa capacità di incidere della politica sull'economia e la finanza.La grande maggioranza di chi "conta" lamenta ancora un eccesso di presenza politica nelle questioni economico-sociali,e ritiene il peso della politica soffocante per le relazioni economiche.
Del resto la dottrina economica che ha avuto maggiore successo negli ultimi due decenni è stato il neoliberismo,che considera estremamente dannosa l'intrusione della politica nelle dinamiche economiche,e ne teorizza la totale esclusione.
La presa di questo tipo di approccio dottrinario ha condizionato anche l'evoluzione della classe politica,seguendo il suo modello.


In quasi tutti i Paesi accreditati come democratici,la politica è diventata una sorta di show business,uno spettacolo che vede i politici muoversi secondo le logiche pubblicitarie della popolarità;in pratica alla stessa maniera dei divi dello spettacolo,del cinema e della tv.Lo fanno utilizzando un campionario ben delineato di comportamenti,atteggiamenti,ruoli,stili e perfino un linguaggio:il politichese.
Così come i protagonisti dello star system,i politici dedicano molta attenzione alla cura della propria immagine pubblica,si preoccupano di stringere relazioni ed entrature con le persone "giuste",si affidano ai "copywriter" più in gamba per farsi scrivere discorsi che memorizzano e metabolizzano meccanicamente.Conseguentemente si affannano per cercare ogni occasione per apparire,neanche fossero celebrità consumate da salotti televisivi e talk show.
Spesso li si sente di più fare gli opinionisti di costume che i valutatori ed estensori di proposte di legge.

Nella loro scalata verso il successo,i politici si affidano sempre di più a dei veri professionisti della comunicazione,ed analizzatori dei processi decisionali...roba da manager di una multinazionale.Tutto questo ovviamente ha ben poco a che vedere con la loro "missione".
Il paradosso è che più aumentano di importanza è più si allontanano dalla realtà che dovrebbero interpretare e governare.Insomma,più vanno su e più perdono il contatto con la realtà.Questo perchè la loro attenzione è assorbita completamente dalla coltivazione ed alimentazione della loro immagine.Le informazioni che dovrebbero recepire osservando la realtà non sono obiettive e ragionate.E le loro decisioni riflettono perfettamente la loro mancanza di conoscenza.

Indagare i problemi della società,e soprattutto "pensare" le soluzioni,le risposte alle necessità dei rappresentati è un compito che è stato dato in appalto ad altri centri.
Oggi è tutto un proliferare di Fondazioni e di "Think Tank"(pensatoi),che sono,in base al prestigio degli iscritti,la misura dell'importanza e del posizionamento nella scalata verso la vetta del cursus honorem politico.
Che poi dietro le Fondazioni si celi il finanziamento privato alla politica,e nei think tank si adoperino i lobbisti non deve essere spiegato al popolo minuto,dovesse poi pensare male...

La politica ha abdicato al suo ruolo,inesorabilmente.E' stata resa impotente,inefficace,sterile.In maniera scientifica è stata uniformata al modello culturale e di costume imposto attraverso i media.E' ormai uno spettacolo,ad uso e consumo di un pubblico distratto dai veri problemi.Un pubblico che è gestito nei suoi umori in maniera sapiente,attraverso la canalizzazione dei suoi sentimenti:dalla curiosità al disinteresse,dalla felicità all'indignazione,dall'amore all'odio.

Non è un fenomeno irreversibile,se ne può venire fuori in teoria.I rimedi sono ovviamente di natura culturale.Ma la cultura è in mano alla politica,che è in mano ad altri centri...E sappiamo benissimo quanto l'offerta educativo-formativa del nostro sistema scolastico sia stata depressa ed impoverita.Per non parlare poi della situazione dell'informazione...

L'impoverimento,quello materiale, però potrebbe essere la chiave di volta.Se la crisi economica scappa di mano a chi l'ha generata e coltivata,la Storia potrebbe avere uno di quei punti di rottura che "resettano"  e "formattano" il sistema.

E' già successo,lo sappiamo.E statene certi:succederà ancora.

Stay tuned

1 commento:

  1. esiste proprio un ramo del marketing, detto semplicemente marketing politico, che cura l'immagine dei politici....dieci anni fa feci l'errore di scegliere quello aziendale e non quello politico per il mio master...ma vabbè! ero schifata dalla politica già all'epoca, comunque i principi del marketing sono gli stessi: le leve psicologiche e quelle le studiano gli psicologi per cui puoi non essere un politico, puoi non interessarti di marketing ma di curiosità per la "psicologia" anche spicciola ce n'è in giro (a questi signori non interessa freud o jung, ma più quelli di palo alto, gestalt, comportamentisti o giù di lì. interessa molto renderci come il cane di pavlov...e ci "condizionano" continuamente). se puoi ti consiglio un librettino semplice semplice "Al gusto di cioccolato" e lo consiglio a chiunque, non posso prestartelo perchè l'ho già regalato tempo fa a non so più chi...e comprendi anche perchè mi arrabbio quando si fa manipolazione linguistica e la gente usa "male" il linguaggio: dire è cioccolato è diverso dal dire "è al gusto di cioccolato", eppure ci si può permettere di far slittare il senso perchè c'è un livello di attenzione molto molto basso, e poi loro ti stanno dicendo la verità, te lo dicono che non è cioccolato ma ne ha solo il gusto, se tu hai operato uno slittamento problemi tuoi!
    si serve un cambiamento culturale ma spero di non dover arrivare a far finire tutte le risorse energetiche per non vedere la tv (per me può già finire tanto io non la guardo da tempo) ma anche se nel frattempo più persone non guardano più la tv e magari "pensano" di salvarsi usando internet...non hai anche tu la brutta sensazione che anche internet si stia imbastardendo??? io vedo il web marketing applicato con rigore, e gente che lo spiega pure, e anche il webmarketing si basa sugli stessi principi anzi può essere addirittura migliore l'effetto che può avere "l'immgine" su internet e con la presunta libertà di interazione. secondo me la salvezza sono i rapporti umani a breve raggio, ma paradossalmente sono i più difficili da far maturare perchè la religione della forma e dell'immagine ne ha svuotato i contenuti e ci si ritrova con tanti sepolcri imbiancati (per citare un rivoluzionario dell'anno zero!)

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